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A Mantova tra palazzi e giardini

Nonostante il giardino sia un organismo fragilissimo e la sua durata nel tempo naturalmente breve, a Mantova il trascorrere dei secoli non ha completamente cancellato i giardini delle numerose residenze gonzaghesche del tempo della Signoria (1328-1708): una traccia di questo patrimonio persiste e chi lo desidera può tuttora soffermarsi a contemplare alcuni spazi secolari che, sia pure con un impianto assai diverso e denominazioni di più recenti proprietari, conservano memoria dell’esistenza dei giardini gonzagheschi. Seguire questa antica trama verde per conoscerne la storia, dà, inoltre, modo di scoprire itinerari meno consueti, nobili edifici e personaggi che sono stati parte significativa della città.

Itinerario 1

Percorrendo la città da est a ovest, dai giardini di Palazzo Ducale al bel giardino romantico della casa museo dei conti d’Arco (già Palazzo dei Gonzaga presso San Giovanni delle Carrette), attraversando piazza Sordello, sulla destra, al n. 12, si incontra tra alte mura il verde ridente di Palazzo Bonacolsi - Castiglioni, di committenza incerta, ma secolare proprietà Gonzaga. Dal medievale vicolo Bonacolsi, per via Cavour - via Tassoni, si raggiunge via Trento, che delimita l’interessante quartiere di San Leonardo. Al n. 21, unico esempio di giardino privato monumentale affacciato sulla pubblica via, il giardino Cavriani, rifacimento e ampliamento in forme ottocentesche del giardino di Palazzo Gonzaga Spolverini, celebra le glorie della cultura mantovana. Il giardino fronteggia la fastosa residenza dei Cavriani, mentre, accanto a questa, l’attuale sede degli Istituti geriatrici Monsignor Arrigo Mazzali conserva inattesa al proprio interno una quieta area verdeggiante che risale al giardino di Casa Gonzaga (già Palazzo Schivenoia poi dell’Abate).
L’itinerario prosegue per via Concezione e piazza S. Giovanni fino a Palazzo d'Arco - piazza Carlo d'Arco 4.

Itinerario 2

Se muoviamo da sud a nord-ovest, dai giardini di Palazzo Te a piazza d’Arco, sul limite del centro storico ci imbattiamo in una piccola ombrosa area pubblica addossata al cinquecentesco Palazzo di San Sebastiano - lato viale della Repubblica - sorto come residenza privata del marchese Francesco II Gonzaga. I giardinieri contemporanei hanno qui impiantato un elaborato disegno di aiuole geometriche al centro delle quali si innalzano alberi da frutto, chiara citazione dei giardini rinascimentali in cui era collocato il complesso. Analogo orientamento si ritrova nell’area pubblica - via Ivanoe Bonomi 3 - che scherma un lato della secentesca chiesa di Sant’Orsola, parte del convento voluto da Margherita Gonzaga, duchessa di Ferrara, come dimora vedovile. Nel raggiungere Sant’Orsola, incamminandoci per via Giovanni Acerbi, troviamo il giardino della Casa di Andrea Mantegna - via G. Acerbi n. 47 -, una volta collegato a quelli di Palazzo San Sebastiano. La verde distesa informale a prato piantumato suggerisce la memoria degli spazi aperti caratteristici delle zone presso le mura della città come compaiono nella Urbis Mantuae Descriptio del 1628.
Da qui, per via Carlo Poma, su cui insistono la Casa di Giulio Romano e la prestigiosa residenza secentesca dei Guerrieri Gonzaga, ora Palazzo di Giustizia, eretta da Anton Maria Viani, si arriva a via Giovanni Chiassi ove, al n. 54, ancora esiste un giardino che fu del Palazzo dei Gonzaga di Vescovato. Prendendo poi via Viani, accanto alla chiesa di San Maurizio, attraversato il giardino di Palazzo Valentini, ombreggiato da esotiche piante, e corso Vittorio Emanuele II , ci si trova di fronte la facciata di Sant’Orsola, anch’essa del Viani. Lo squarcio novecentesco di via Bonomi porta alla medievale via Solferino e, svoltando a destra verso il corso del Rio, da via Scarsellini si arriva al giardino dei d’Arco - piazza C. d'Arco 4.

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