Risultato: sei ordinanze di chiusura per irregolarità di varia natura. Il blitz congiunto di vigili e finanziari è scattato il 13 febbraio, in simultanea, e ha portato allo stop di una delle pratiche più gettonate negli ultimi tempi: il trattamento benessere thailandese e giapponese, con o senza vasca, a due o quattro mani.
L'operazione è stata presentata alla stampa, venerdì 1 marzo, dal vicecomandante della Polizia Locale Luigi Marcone, dal commissario Luciana Piccardi e dal comandante della compagnia della Guardia di Finanza il capitano Antonio Rigido. Dieci auto e 16 tra ufficiali, sottufficiali e agenti in borghese hanno compiuto i controlli nei sei centri massaggi orientali dislocati sul territorio cittadino, cinque in centro, uno a Borgochiesanuova. I controlli erano mirati a verificare la regolarità dell'attività esercitata, che deve sottostare a precisi requisiti. E nessun centro orientale possedeva tali requisiti per essere considerato centro estetico. Sei le ordinanze di chiusura immediata, anche se un centro (quello di viale Risorgimento) nel frattempo è riuscito a regolarizzare la posizione e a riaprire.
Complessivamente sono state identificate 28 persone, di cui 6 titolari delle attività (tutti cinesi), 12 dipendenti e dieci clienti. Il resoconto delle violazioni parla di 15 irregolarità nel regolamento comunale per l'esercizio dell'attività di estetista, 7 alla legge sul lavoro (lavoratori in nero) e sanzioni che complessivamente vanno dai 15 mila ai 104 mila euro.
I sei centri massaggi controllati in città sono stati quelli di: viale Risorgimento, viale della Repubblica, via Fancelli, via Agnelli, via Nuvolari e piazza Madison (località Torrette a Borgochiesanuova). Al momento del blitz sono stati identificati dieci clienti tra i 30 e i 60 anni. Inoltre, nessuno dei massaggiatori, tutte donne, aveva comunque la qualifica per poter mettere le mani sul corpo dei clienti. Tra le principali contestazioni l'assenza del titolo abilitativo (Scia, segnalazione di inizio attività), l'esercizio dell'attività di estetista in carenza dei requisiti professionali prescritti, l'assunzione di lavoratori in nero e la mancanza della targa che pubblicizza il tipo di attività svolta visibile al pubblico.