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Il giardino della villa La Motta

Il giardino della villa La Motta

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Proprietà privata

(inserire gallery)

Foto Luigi Briselli

La villa, circondata da campi coltivati e insediamenti agricoli, presenta oggi un aspetto esterno che può ingannare sulle sue antiche origini, frutto di un intervento degli inizi del ‘900. Soprattutto le lunghe terrazze del fronte principale e di quello posteriore, affacciate l’una sul cortile d’onore e l’altra sul giardino, spezzano l’armonioso rapporto fra le logge e le finestre superiori e creano l’effetto ingannevole di una costruzione novecentesca. A riportare alle orgini dell’edificio, sono allora lo straordinario apparato decorativo, in parte ancora nascosto sotto gli intonaci, e la perfetta simmetria e i rapporti geometrici della distribuzione interna. Solo il salone d’onore ha perso parte della sua imponenza con la realizzazione di un solaio che ne taglia l’altezza in due piani.
Centro direzionale di un’ampia tenuta agraria appartenuta dapprima ai Gonzaga, in seguito ai Guerrieri (dei quali rimane lo stemma sulle antiche scuderie che affiancano la residenza), poi ai Buris e infine agli Zanotti, La Motta comprendeva anche le limitrofe Corte Vecchia e Corte Nuova.
Tramite un cortile d’onore con al centro un’aiuola fiorita addossata alla doppia rampa della scala che conduce alla loggia d’ingresso, si accede alla villa, intorno alla quale sorgono in modo ordinato vari edifici: le scuderie, la retrostante serra, la ‘bugadera’, il pozzo e alcune abitazioni di servizio.
L’ampio giardino posteriore, un tempo interamente circondato dal fossato adibito anche a peschiera, occupa una superficie di 12 biolche e presenta oggi un impianto di gusto paesistico. Davanti alla loggia si apre una vasta e luminosa zona prativa centrale, introdotta da due grandi paulonie e da varie specie ornamentali (Magnolia grandiflora, Liriodendron tulipifera e un bel Corylus colurna  o nocciolo di Costantinopoli), mentre una serie di boschetti misti, ricchi di tassi, ombreggiano vallette e montagnole disposte ai bordi dell’area. Un’ampia ghiacciaia è nascosta sotto un rilievo schermato dai bambù e sopravvivono, nascosti fra la vegetazione, imponenti esemplari arborei ultracentenari: un gigantesco Celtis australis, un grande fico dalle numerose diramazioni e un frondoso nocciolo, oltre a tre enormi tassi posti nel cortile d’onore.
(Tratto da Marida Brignani, in I giardini dei Gonzaga..., 2017)

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