La protesta ha riunito un gruppo di una trentina di persone, che al terzo giorno di protesta hanno sfidato il freddo polare e la nebbia. I ribelli erano fermi davanti al casello, non hanno bloccato il traffico, ma erano i camionisti e gli automobilisti che si fermavano per prendere un volantino ricambiato con un dolcetto o un mandarino. La fermata comportava spesso il rallentamento dei veicoli e le code. Il sindaco Sodano ha raggiunto la tenda allestita nell'area verde della rotatoria. E' partito subito un dialogo iniziato al telefono il giorno prima quando era stato stabilito il contatto.

"Sono qui in punta di piedi come sindaco di Mantova - ha esordito Sodano -, vi ringrazio per aver mantenuto pacifica la manifestazione. Riconosco che esiste una situazione di disagio nella popolazione, un disagio che deve rappresentare un pungolo verso la classe politica del Paese per fare le riforme necessarie. Farò da trait d'union tra la vostra protesta e i vertici nazionali delle istituzioni. Solleciterò l'Anci perchè servono misure strutturali per far sì che i Comuni siano in grado di dare risposte ai cittadini. Nelle nostre condizioni non sempre abbiamo le risorse per far fronte alle necessità".

L'interlocutore del movimento dei Forconi, Daniele Ginelli, ha spiegato le ragioni della protesta: la disperazione per il lavoro che manca o è precario, la rabbia per il fisco troppo pesante, ma soprattutto l'insofferenza verso la politica nazionale. Ha chiesto un manifestante: "Come vede Sodano questa protesta?". "E' un movimento che può servire per svegliare la classe politica". In tanti hanno ringraziato per la disponibilità di Sodano a raggiungere il presidio e a confrontarsi con loro.