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Corte Grande di Pegognaga di Filippo Gonzaga, oggi Villa Angeli

Il complesso dei giardini della Corte Grande di Pegognaga di Filippo Gonzaga, oggi Villa Angeli (Pegognaga)

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Proprietà privata, visitabile su appuntamento

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Foto Luigi Briselli

Fra i più articolati complessi a giardino delle corti gonzaghesche del secolo XVIII è da annoverare quello della Corte Grande di Pegognaga, già Corte Pusterla, oggi Villa Angeli. Accostata alla chiesa parrocchiale e alla località 'castello', costituì l'origine di estesa parte del nucleo storico dell'abitato di Pegognaga. Il nucleo abitativo della corte risale agli anni Venti del Cinquecento, su commissione di Bernardino Pusterla che l'aveva dotato di viridario e di peschiera. Estinta nel 1630 la linea maschile della casata, la corte passò ai Gonzaga che per via ereditaria la detennero fino alla fine del Settecento facendone dapprima una splendida residenza dotata di vari giardini e affiancandole nel 1766 un imponente edificio adibito a filanda da seta di 34 fornelli, in società con l'imprenditore Antonio Greppi.
Il verde giardiniero si articolava in tre distinte aree. A ovest del palazzo si stendeva il giardino grande di forma irregolare con asse centrale, due edifici simmetrici per l'aranciaia e la tinazzara e, quale punto di fuga della prospettiva, la colombaia. A est si sviluppavano i giardini di carattere privato: il giardino alto, su terrapieno alla quota del piano nobile, e il giardino basso. Del complesso era parte integrante la ghiacciaia, oggi scorporata dal complesso. Nel secolo XIX la proprietà della corte mutò varie volte fino al 1884, quando Andrea Angeli la acquistò; i suoi eredi ne sono gli attuali proprietari.
Oltre al palazzo, perfettamente restaurato dopo il recente terremoto, si conserva oggi consistente parte del giardino grande, con vaste aree a prato e a bosco e numerosi alberi secolari, ma non sono più presenti la peschiera, l'aranciaia, la tinazzara e la colombaia. Anche parte dell'area originariamente destinata ai giardini alto e basso, benché trasformate, hanno ancora una destinazione giardiniera e sono gestite a prato con la presenza di tigli e farnie. Sono invece perduti la maggioranza dei rustici della corte e la filanda.

(tratto da L. Valli, Il complesso dei giardini della Corte Grande di Pegognaga di Filippo Gonzaga, oggi Villa Angeli, in I giardini dei Gonzaga 2018, pp. 374-377)

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