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Un sogno fatto a Mantova

Baia Curioni, Palazzi, Collu e Cincinelli al BibienaInaugurato il progetto espositivo "Un sogno fatto a Mantova". Al Te le opere di Alberto Giacometti, Antony Gormley, Hans Op de Beeck e Davide Rivalta

"Un sogno fatto a Mantova" è uno degli eventi più intensi nel programma di Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016, nato da un'idea di Cristiana Collu, direttrice della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma e membro del Comitato scientifico del Centro Palazzo Te, e curato da Saretto Cincinelli. Il progetto - il cui titolo cita un omonimo scritto del poeta Yves Bonnefoy - nasce dall'idea che la città possa essere intesa come luogo e teatro della costruzione della comunità. Si assume che la città, nella sua stessa forma storica, sia una lunga "conversazione" capace di custodire la possibilità di un rapporto profondo e segreto tra parole, persone, cose. Un rapporto che nel caso di Mantova consente di congiungere l'alba rinascimentale della modernità con il contemporaneo.

Sabato 11 giugno è stata inaugurata la prima stazione del progetto espositivo "Un sogno fatto a Mantova". Nato da un'idea di Cristiana Collu e curato da Saretto Cincinelli, il progetto è coprodotto dal Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te e dal Museo Civico di Palazzo Te. L'inaugurazione ha avuto luogo al Teatro Bibiena alla presenza del sindaco di Mantova Mattia Palazzi e del Presidente del Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te Stefano Baia Curioni. Al Bibiena è stato presentato il video Luci per K222 di Grazia Toderi, in cui l'artista trascrive l'offertorio "Misericordia Domini. K222" trasformando il disegno lineare del pentagramma in cinque anelli luminosi concentrici dove la scrittura musicale dello spartito appare come un pulsare di luci. Il brano musicale rimanda al passaggio di Mozart a Mantova nel 1770, quando si esibì proprio al Bibiena.

A partire da domenica 12 giugno è possibile ammirare le altre opere esposte in questa prima stazione. A Palazzo Te le creazioni di Alberto Giacometti, Antony Gormley, Hans Op de Beeck, Davide Rivalta; mentre a Palazzo D'Arco la scultura Orso di Davide Rivalta. La seconda stazione del progetto espositivo, a partire dal 7 settembre, completerà il percorso che si concluderà il 13 novembre 2016 a Palazzo Te, dopo aver coinvolto più estesamente la città e alcuni suoi spazi pubblici (Palazzo D'Arco e Teatro Bibiena). "L'arte contemporanea gioca un ruolo centrale nel palinsesto di Mantova 2016, arte contemporanea intesa non come affermazione a se stante ma come occasione per legare in modo vitale presente e passato. 'Un Sogno fatto a Mantova' costituisce un momento particolarmente qualificante del palinsesto degli eventi per riattivare nella nostra comunità il rapporto con il patrimonio e di dare un'opportunità di parola e di voce ai cittadini" ha affermato il sindaco Mattia Palazzi. "L'intera stagione proposta dal Centro Internazionale d' Arte e di Cultura di Palazzo Te è organizzata attorno a due principali visioni – ha spiegato Stefano Baia Curioni -. Da un lato collaborare a un rilancio del rapporto con il patrimonio storico di Mantova da parte non solo dei visitatori ma anche dei cittadini. Dall'altro fare in modo che questo rilancio possa contribuire alla generazione di una capacità complessiva e corale di progetto e di visione per il futuro della città". "Un sogno fatto a Mantova" è prodotto con la collaborazione di Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, Fondazione di Palazzo D'Arco, Cinema del Carbone, e con il contributo di Eni.

La prima stazione [12 giugno-13 novembre 2016 – Palazzo Te: Alberto Giacometti, Antony Gormley, Hans Op de Beeck, Davide Rivalta; Teatro Bibiena: Grazia Toderi; Palazzo D'Arco: Davide Rivalta] si realizza con l'installazione, nello straordinario scenario narrativo di Palazzo Te, di opere di artisti storici protagonisti della scena internazionale e artisti emergenti. Il progetto non si configura come una mostra ma come il tentativo di suggerire un percorso che interagisce con la narrazione, continua e potente, del palazzo rinascimentale. L'intento è quello di instaurare la compresenza fra due itinerari contigui ma asimmetrici: uno risultante dalla forza narrativa piena e unitaria, del progetto architettonico e artistico rinascimentale; l'altro più discontinuo e intermittente suggerito dalle domande esistenziali, dal realismo e dai sogni dell'arte contemporanea. Una compresenza destinata a trasformarsi in un dialogo a distanza che sconfina da palazzo Te per espandersi sino a toccare alcune realtà architettoniche del centro cittadino, in particolare il Teatro scientifico Bibiena e il Palazzo D'Arco, recentemente restaurato e destinato a museo.

Nella Sala dei Cavalli sono esposte due opere di Alberto Giacometti, Figura (Femme de Venise VI, 1956) e Grande donna (Standing woman III, 1960), due figure mitiche, costruite per sottrazione, esplorando la dimensione inafferrabile della presenza umana. Come scrive Sartre: "Giacometti ha pensato per primo di scolpire l'uomo come lo si vede, cioè a distanza assoluta... mette la distanza a portata di mano, spinge sotto i nostri occhi la donna lontana – e che resta lontana anche quando la tocchiamo con la punta delle dita". Nelle altre sale sono esposte le opere di Antony Gormley, Hans Op de Beeck e Davide Rivalta Fall III (2015) di Antony Gormley dispiega una linea costante di riflessione dell'artista, che lavora sulla trasformazione del corpo (il corpo stesso dell'artista) in un volume statico, assoggettato al contesto, geometrizzato e tragico. I due video di Hans Op de Beeck, Parade (2012) e Dance (2013), mettono in mostra a passo di danza una sfilata di persone, una parade rallentata di passanti che impongono una riflessione sulla presenza, sulla quantità, sulla ricerca di equilibrio. Le opere di Davide Rivalta, Cavallo, Rinoceronte e Ghepardo, a grandezza naturale, sottolineano con la loro presenza immobile, la vibrazione del miracolo della natura, l'istanza di fermare la vita senza toglierla.

Il giardino romantico di Palazzo d'Arco, dimora patrizia di architettura neoclassica, ospita invece la scultura Orso dell'artista Davide Rivalta. Nel corso dell'estate si aggiungerà lo sguardo e l'opera di Ettore Spalletti che apre la seconda parte del progetto, che inaugura martedì 6 settembre e che avrà nello spazio delle Fruttiere di Palazzo Te il suo fulcro con le opere di: Paola Di Bello, Armin Linke, Paolo Meoni, Luca Pancrazzi, Barbara Probst, Luca Rento, Grazia Toderi, Eulalia Valldosera.

Informazioni: www.mantova2016.it, www.centropalazzote.it, www.palazzote.it

Ultima modifica il Lunedì, 13 Giugno 2016 10:59

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