L'esposizione, che ha per titolo "Semplice come tutta la mia vita", le opere di Giorgio Morandi - uno dei maestri della pittura europea del Novecento - dialogano con opere di Tacita Dean - una delle più importanti e riconosciute artiste della scena mondiale contemporanea.
Vengono messi a confronto due film, Day for Night e Still life, che Tacita Dean ha realizzato nel 2009 nello studio bolognese del pittore - ricostruito a grandezza naturale in apertura del percorso espositivo a Palazzo Te - e una raccolta di cinquanta opere di Giorgio Morandi, dipinti, disegni, acquarelli e grafiche concessi da importanti musei e collezioni private, che illustrano la sua ricerca relativa alla natura morta nel periodo dal 1915 al 1963.
La mostra propone una riflessione sul legame profondo che si istituisce tra i due artisti, un legame che da un lato racconta la linfa che alimenta il lavoro di Tacita Dean e dall'altro fa splendere la contemporaneità del lavoro di ricerca sviluppato per tutta la vita - con pazienza, attenzione e sensibilità - da Giorgio Morandi.
Tacita Dean si sofferma sugli oggetti dell'universo poetico di Morandi e sulle tracce lasciate su un piano dalle basi degli oggetti stessi, tracce composte dalla matita del pittore che calcolava, centrava, affiancava, spostava, ricollocava, aggregava, insisteva, con una attenzione matematica, sperimentale, priva di casualità plausibilmente in rapporto con le ore del giorno, le luci, i colori dell'aria.
"Nel fare questo - scrive Stefano Baia Curioni, presidente del Centro di Palazzo Te - Tacita Dean mette in opera una rapina gentile che, nell'appropriarsi delle condizioni del lavoro di un altro artista, apre lo spiraglio di una rivelazione: Morandi non è il passato, è vivo nel lavoro del presente. Un lavoro intimo che la mostra propone ad ogni spettatore".
"E' una mostra originale che non si potrà vedere nelle altre città – ha sottolineato Palazzi -, non solo perché riguarda i rapporti tra i due artisti, ma anche perché espone opere inedite. L'esposizione è frutto della passione dei curatori che si sono impegnati a cercare i prestiti e a stabilire i contatti con il mondo che ruotava intorno a Giorgio Morandi e a Tacita Dean. Dopo l'esperienza di Mantova capitale 2016, la cultura continua ad abitare nella nostra città, come dimostrano l'apertura di questa mostra e i dati positivi delle presenze a Palazzo Te che dal 1° gennaio al 10 marzo di quest'anno sono state 4.300 in più rispetto allo stesso periodo del 2016, con un incremento del 17 per cento".
Alla preview per la stampa, sabato 11 marzo, sono intervenuti anche il direttore di Palazzo Te Stefano Benetti, il direttore della Fondazione Bam Graziano Mangoni e i curatori Massimo Mininni e Augusto Morari.
Partendo dagli oggetti cari a Morandi - bottiglie, lumi, caffettiere, tazze, porcellane e vetri -, il processo di creazione artistica attivato dall'osservazione e dalla meditazione sulle cose è il punto di incontro dei lavori dei due artisti. I film di Tacita Dean esprimono l'intuizione della necessità di guardare alle cose e alle tracce involontarie del processo della pittura. La sua opera non è un documentario: non antologizza Morandi, non analizza il suo contesto e il suo tempo, ma lo guarda con semplicità e permette allo spettatore di sperimentare come il suo lavoro sia ben vivo nel presente.
Le nature morte di Morandi esposte nello spazio delle Fruttiere mostrano come l'elaborazione del colore nelle sue composizioni si sia arricchita sino a raggiungere gli ultimi raffinatissimi accordi dei toni più alti. Forme, colori, valori spaziali sono associate a una musica di luce: la luce e l'ombra, presenti nelle stanze abitate dal pittore, sono appunto alla base della sua espressione grafica e coloristica.
Lo studio dell'artista in via Fondazza e la sua vita "piana e tranquilla" sono elementi imprescindibili per capire l'arte di Morandi. La Dean ci restituisce con chiarezza nei suoi lavori le atmosfere e gli ambienti morandiani: la luce investe lo spettatore con calma e le ombre delle bottiglie, dei vasi appaiono in una pallida penombra. I film raccontano un mondo limitato, polveroso, dimesso e domestico, dove cose umili affiorano in una luce fioca e rendono magiche le stanze, il carattere del luogo e l'arte di Morandi. Si avverte che l'artista si è soffermata a indagarle, cercando di scoprire la rigorosa ricerca di quel mondo plastico, di quel vedere e sentire per volumi e parallele, di quel comporre con chiarezza l'ordine con il quale Morandi procedeva nel misurare e disporre gli oggetti, qualità sostanziali nelle nature morte che metteva in scena.
Nel proporre insieme le opere di Giorgio Morandi e Tacita Dean, la mostra apre alcune domande: cosa accade quando un'artista guarda e incorpora nel proprio il lavoro di un altro artista, magari distante da sé nello spazio e nel tempo? Che opportunità viene offerta a noi, al pubblico, ai cosiddetti "astanti" dell'arte, quando questa inclusione si fa a sua volta opera d'arte?
L'esposizione, che ha avuto il supporto di Cristiana Collu e la collaborazione con Massimo Maiorino e Daniela Sogliani, è arricchita da una sezione sulla fortuna critica di Morandi e sulle passioni letterarie che hanno ispirato il suo lavoro; i libri e cataloghi esposti documentano anche le collaborazioni e il sodalizio di Giorgio Morandi con le voci più alte di artisti ed intellettuali del suo tempo.
Promossa dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te e dal Museo Civico di Palazzo Te, la mostra è realizzata in collaborazione con la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l'Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi e gli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, e con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana.
Orari (dal 12 marzo al 4 giugno 2017)
•Fino a sabato 25 marzo: lunedì 13.00 – 18.30; da martedì a domenica 9.00 – 18.30 (ultimo ingresso 17.30)
•A partire da domenica 26 marzo: lunedì 13 – 19.30; da martedì a domenica 9 – 19.30 (ultimo ingresso 18.30)
•Biglietteria: T +39 0376 323266
•Info e prenotazioni: 0376 369198 – www.centropalazzote.it