È stato inaugurato sabato 26 agosto il nuovo Parco Te, un grande polmone verde per tutta la città voluto dall’Amministrazione Palazzi, finanziato con i fondi del Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali del Ministero per i beni e le attività culturali, progettato dallo studio di architettura del paesaggio AG&P greenscape di Milano e realizzato da Mantova Ambiente.
La presentazione del Parco Te ha visto la presenza di 4mila mantovani intervenuti all’inaugurazione, Dopo l'esibizione della Banda Città di Mantova "Alessio Artoni" e il taglio del nastro hanno parlato il sindaco Mattia Palazzi, il Sovrintendente archeologia, belle arti e paesaggio di Cremona, Mantova e Lodi Gabriele Barucca, Emanuele Bortolotti di AG&P greenscape e Giorgio Grossi di Mantova Ambiente.
Palazzo Te e l’area del parco di circa 80 mila metri quadrati sono patrimonio Unesco. La storia del luogo e la straordinaria stratificazione di tracce storiche e culturali ivi sedimentate a partire dalle diverse fasi dal periodo dei Gonzaga, a quelli austriaco, napoleonico, risorgimentale, post-unitario, novecentesco fino ai giorni nostri, sono state al centro dell’attenzione del progetto.
“Un’opera che cambia la città e dà un respiro diverso, europeo. - dichiara Palazzi -. Adesso avanti con tutti gli altri cantieri, c’è ancora tanto lavoro da fare per Mantova”.
“Oltre ai riferimenti storici il progetto del parco ha tenuto in considerazione le esigenze della Mantova contemporanea e dei suoi abitanti, con la loro legittima richiesta di spazi aperti attrezzati, sicuri e conviviali - racconta Emanuele Bortolotti fondatore di AG&P greenscape -. Ciò si è tradotto in una significativa attività d’analisi urbanistica della città e dei dintorni dell’area di progetto, per disegnare e celebrare attraverso il Parco un luogo unico dal punto di vista culturale, in sintonia con i ritmi e le pratiche di una città moderna”.
I criteri che hanno orientato il progetto sono i seguenti: creare un parco che celebri il luogo e le tracce sedimentate nei secoli; creare un sistema di percorsi e visuali che valorizza e fonde insieme la costellazione di emergenze monumentali e funzionali e minimizzi, nascondendole con il verde le presenze esterne quali stadio, parcheggi e viali ad alta presenza veicolare; creare un parco in sintonia con i ritmi e le pratiche di Mantova, città contemporanea. Dedicato alla socializzazione ed il relax, ma anche un “Parco della salute” dove gli abitanti trovano attrezzature e spazi per muoversi e mantenersi in salute in mezzo alla natura, anche nelle ore serali; creare un parco resiliente, inserito nel contesto del paesaggio circostante, ricco di piante d’alto fusto e occasione di comfort ambientale attraverso le scelte agronomiche e botaniche, al disegno degli spazi e dei materiali di costruzione.
Il disegno del Parco si lega alla forma del Palazzo e alla trama degli altri giardini che lo contornano, prendendo al contempo spunto dal simbolo del cerchio che caratterizza il dipinto del Mantegna della “Camera degli sposi” e dagli affreschi di Giulio Romano a Palazzo Te, dalla sua esedra e dai giardini di piazza Lega Lombarda.
In tal senso le 16 isole verdi tematiche che contornano il grande prato centrale si affacciano in alto verso il cielo come stanze verdi all’aperto esaltando e rinsaldando l’identità culturale del luogo. Il progetto non dimentica parallelamente di risarcire l’area circostante Palazzo Te dai “traumi” che hanno radicalmente trasformato l’ambiente urbano e sociale circostante nell’ultimo secolo. La sfida è stata quella di creare una cerniera tra l’area monumentale e la città, conciliando la vocazione di parco urbano attrezzato, con la necessità di strutturare lo spazio in maniera coerente rispetto al valore culturale del Palazzo.
Nasce quindi uno spazio pubblico contemporaneo da vivere, capace di recepire in modo efficace, ma rispettoso, i bisogni delle diverse popolazioni che lo attraversano e lo vivono (bambini, anziani, studenti, sportivi, eccetera). Proprio grazie alla realizzazione delle 16 stanze arboree circolari ognuna caratterizzata da un uso specifico: il parco giochi, gli scacchi, le aule all’aperto, gli spazi per la ginnastica, il tutto tenuto insieme dalla riproposizione del percorso ad anello del precedente ippodromo, memoria delle attività equestri care ai Gonzaga, convertito a passeggio pubblico e per le attività sportive.
Una sequenza di getti d’acqua attraversa il Parco in senso trasversale, evocando la presenza dell’acqua attorno all’antica Isola del Te, ma anche procurando quell’effetto di meraviglia che il giardino tardo-rinascimentale affidava ai giochi d’acqua. Anche questo elemento diventa uno spazio con cui interagire, giocare e rinfrescarsi, sia per i più grandi che per i più piccoli, durante le calde estati mantovane.
Oltre al valore culturale e sociale del parco non va dimenticato il lato della sostenibilità. Tutto l’impianto arboreo è infatti stato studiato per mitigare l’isola di calore e assorbire la CO2.
Impatto ambientale: sono stati piantati 274 nuovi alberi (Carpinus betulus, Quercus ilex, Platanus x acerifolia, Quercus robur pyramidalis x bimundorum, Celtis Australis), 1.400 metri di siepi (6 specie), 620 metri quadrati di arbusti (40 specie) e 955 metri quadrati di roseti (5 specie) oltre a 48.000 metri quadrati di prato che contribuiranno significativamente al miglioramento dell’ambiente urbano, mitigando l’isola di calore, favorendo la biodiversità, la permeabilità del suolo (l’anello perimetrale e la maggior parte dei percorsi saranno drenanti) e riequilibrando il rapporto tra ombra ed esposizione al sole.
Curiosità sul Parco Te
Il Bosco di Tigli: Palazzo Te sorge sull’Isola del Te, o del Teieto, il cui nome è legato all’antica presenza sull’isola di un bosco di Tigli.
Piante nei giardini agli inizi dell’Ottocento: 10.000
Piante nei giardini sul finire dell’Ottocento: 2.548
Parco Te oggi: un’area di 80mila mq di parco patrimonio dell’Unesco.
Il Parco in numeri conta:
• 16 isole verdi
• 4 giardini tematici (graminacee, ortensie, aromatiche e perenni)
• 49 telecamere di sicurezza connesse con la centrale di controllo della Polizia Locale
• 140 corpi illuminanti
• 6 fontane da 5 giochi d’acqua ciascuna
• 40 porta biciclette
• 30 cestini
• 96 panchine lungo il perimetro del parco
• 213 sedie Luxembourg
• 2 aree cani
• 4 fontanelle
Impatto Ambientale e biodiversità, sono stati piantati:
• 274 nuovi alberi (Carpinus betulus, Quercus ilex, Platanus x acerifolia, Quercus robur
pyramidalis x bimundorum, Celtis Australis)
• 1.400 m di siepi (6 specie)
• 620 m² di arbusti (40 specie)
• 955 m² di roseti (5 specie)
• 48.000 m² di prato che contribuiranno significativamente al miglioramento dell’ambiente urbano, mitigando l’isola di calore, favorendo la biodiversità, la permeabilità del suolo e riequilibrando il rapporto tra ombra ed esposizione al sole.
Genius Loci: l’Acqua. L’originale genius loci di Palazzo Te, del tutto scomparso che ora torna ad essere protagonista è l’acqua. Una sequenza di getti d’acqua attraversa il Parco in senso trasversale, evocando la presenza dell’acqua attorno all’antica Isola del Te, ma anche procurando quell’effetto di meraviglia che il giardino tardo-rinascimentale affidava ai giochi d’acqua. Anche questo elemento diventa uno spazio con cui interagire, giocare e rinfrescarsi, sia per i più grandi che per i più piccoli, durante le calde estati mantovane.
16 NUOVI ANELLI ARBOREI: sui bordi rettilinei interni del circuito sono disposti gli Anelli arborei composti da Lecci e Carpini. Partendo dal topos figurativo sviluppato dal Mantegna nella Camera degli Sposi e ripreso da Giulio Romano nella sala dei Giganti, il progetto intende riprodurre con la vegetazione delle “16 stanze verdi” l’effetto di protezione che suggerisce la forma avvolgente dello spazio contenente circolare, aperto tuttavia al contatto con l’infinito del cielo. Ogni anello arboreo è destinato a un uso specifico: il parco giochi, gli scacchi, le aule all’aperto e gli spazi per la cultura, la ginnastica, il tutto tenuto insieme dalla riproposizione del percorso ad anello del precedente ippodromo, memoria delle attività equestri care ai Gonzaga, convertito a passeggio pubblico e per le attività sportive.
2 NUOVE ESEDRE: il nuovo disegno del Parco non solo mette in evidenza una nuova visuale sull’Esedra di Palazzo Te, ma ne amplifica l’effetto grazie alla costruzione di due nuove “Esedre Verdi” realizzate con piante colonnari, Quercus Piramidalis, che ricalcano la dimensione del colonnato seicentesco. Collocate agli estremi est e ovest del parco, le piante generano un effetto di contenimento spaziale simile a quello prodotto dall’esedra architettonica all’interno del giardino di Palazzo Te. Tali spazi potranno essere dedicati anche a grandi manifestazioni o ad altri usi quali da esempio “pattinoire invernale “eccetera 1500 circa.
La Stalla: Francesco II edifica il primo manufatto, una stalla di “rappresentanza” per l’allevamento di cavalli da competizione.
1524 l’Honesto Ozio: Giulio Romano Federico II, figlio di Francesco II e di Isabella d’Este, decide di trasformare la stalla in una vera e propria villa per il riposo e “l’honesto ozio”.
1628 il Labirinto: il duca Vincenzo I migliora ulteriormente gli esterni del Palazzo. L’accesso dell’isola avveniva tramite un lungo ponte al quale poi seguiva la corte chiusa delle stalle. Emergono poi elementi paesaggistici tipici del giardino dello svago, primo tra tutti un labirinto. Erano presenti radure, macchie alberate, percorsi e stagni pensati per le attività̀ ludiche della caccia e del passeggio.
1707 la Caserma: quando l’ultimo Gonzaga, Ferdinando Carlo, fugge da Mantova nel 1707 e l’imperatore d’Austria prende direttamente possesso del ducato, Palazzo te attraversa un lungo periodo di decadenza che lo vede convertito in caserma militare.
1750 circa il Parco si apre a tutti: con l’avvento di Maria Teresa si individua Palazzo Te e la sua isola come monumento da preservare. Contestualmente avviene una prima apertura al pubblico dell’isola: benché́ la villa sia idealmente recuperata per i soggiorni dei sovrani, il giardino è riprogettato come pubblico passeggio, nell’intento di coniugare decoro e utilità̀ sociale.
Le Aquile: l’architetto Giovanni Antolini agli inizi del XIX secolo erige i due portali “delle aquile” posti al limite del parco che circonda la villa e la piantumazione di un gran numero di essenze arboree.
1876: dieci anni dopo l’annessione di Mantova al Regno d’Italia, il Comune acquista Palazzo Te dallo Stato, sottoscrivendo il divieto di ridurre con colture le praterie adiacenti, che dovranno così sempre rimanere adibite a pubblico passeggio con i viali regolarmente mantenuti.
2008 Unesco: che l’area verde dei cosiddetti giardini del Te debbano essere tutt’uno col palazzo è stato ribadito anche dall’Unesco, che nel 2008 li ha inclusi nel perimetro dell’area tutelata come Patrimonio Mondiale dell’Umanità̀ all’interno del sito “Mantova e Sabbioneta”.