La Lombardia, insieme ad altre regioni italiane, da lunedì 1 marzo torna ad essere in zona arancione. Sale il livello di attenzione e quindi si inaspriscono le misure di contenimento del virus. Il problema, ovviamente, è legato alla diffusione delle varianti del coronavirus che stanno aumentando il numero dei contagiati e, soprattutto, il numero degli ospedalizzati. Anche per la città di Mantova, quindi, sono previste nuovamente chiusure e restrizioni.
Per quanto riguarda gli spostamenti sono consentiti solo all'interno del proprio Comune di residenza nell'orario compreso tra le 5 e le 22. Di notte resta in vigore il coprifuoco. I movimenti al di fuori dal proprio Comune sono consentiti solo nei casi giustificati (salute, lavoro o necessità impellente). Servirà l'autocertificazione in caso di controllo da parte delle forze dell'ordine. È sempre permesso il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Chi risiede in un paese che non raggiunge i 5mila abitanti può spostarsi liberamente entro un raggio di 30 chilometri dal confine, con il divieto però di recarsi in capoluoghi di provincia. Sono consentite, solo nel territorio comunale, le visite ad amici e parenti, una sola volta al giorno, e con il limite massimo di due persone (più eventualmente due minori di 14 anni e persone disabili o non autosufficienti). Vietato lo spostamento tra regioni se non per comprovate esigenze lavorative.
La didattica in presenza è prevista per gli alunni della scuola dell'Infanzia, delle elementari e delle medie. Per gli studenti delle superiori la didattica in presenza sarà solo per un numero di alunni pari al 50-75 per cento del totale, gli altri dovranno collegarsi dalla propria abitazione. Saranno però i governatori delle singole regioni a definire la situazione in base all'andamento specifico del contagio sul territorio. Accesso sempre consentito ai plessi scolastici superiori per studenti con disabilità o per usufruire dei laboratori.
Per quanto, invece, riguarda i bar e i ristoranti le restrizioni saranno maggiori. Possono lavorare solo per garantire il servizio di asporto oppure la consegna a domicilio. Per i bar l'asporto è consentito solo fino alle ore 18, per i ristoranti invece fino alle 22. Nessuna limitazione oraria per le consegne a domicilio. Consentito l'ingresso nei locali solo per il tempo necessario alla consegna dei prodotto, vietati ovviamente gli assembramenti.
I negozi di ogni genere restano aperti (chiusura alle 21), cambiano però le disposizioni per i centri commerciali che resteranno fruibili nei giorni feriali. Nel fine settimana invece tutto chiuso (ma nei centri commerciali saranno comunque accessibili farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole). Aperti regolarmente parrucchieri e centri estetici.
L'attività sportiva è consentita a livello singolo senza mascherina (passeggiate, corse o allenamenti in bicicletta). Vietato però creare assembramenti, bisogna quindi tenere la debita distanza dalle altre persone. Chiusura obbligatoria per mostre, musei, cinema e teatri. Chiuse naturalmente palestre e piscine.