In occasione del trentennale delle terribili “stragi di Capaci e di Via d'Amelio”, nel pomeriggio di lunedì 23 maggio è stata inaugurata a Castelletto Borgo, presso i giardini Tortora, una targa commemorativa che recita “In ricordo dei magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e degli uomini e delle donne delle scorte”. La targa è posizionata proprio all’incrocio tra le due vie del quartiere dedicate ai magistrati.
Per l’importante occasione, sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, il vicesindaco Giovanni Buvoli, l’assessore comunale alla Legalità Alessandra Riccadonna, gli assessori Rebecchi e Sortino, alcuni consiglieri comunali, tra cui Laura Bonaffini, il consigliere delegato della Provincia Mattia Di Vito, il questore Giannina Roatta e comandanti e rappresentanti delle Forze dell’Ordine e della Polizia locale. Presenti anche cittadini e residenti del quartiere.
Sulla targa sono incise queste frasi storiche dei due giudici: “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini” di Falcone, e “L’impegno contro la mafia non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza” di Borsellino.
Prima dello scoprimento della targa e delle parole del sindaco Palazzi, è stato osservato un minuto di silenzio.
ll1992 è l'anno della morte di due storici giudici che hanno combattuto contro la mafia. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino persero la vita a circa due mesi di distanza, precisamente 57 giorni, in due terribili attentati mafiosi: la Strage di Capaci e la Strage di Via d'Amelio, rispettivamente il 23 maggio e il 19 luglio 1992. La città di Mantova ha voluto ricordare tale trentennale con iniziative, eventi ed incontri, oltra alla targa commemorativa nel quartiere di Castelletto Borgo.
Il 23 maggio 1992 allo svincolo di Capaci, sull’autostrada da Punta Raisi a Palermo, 500 kg di tritolo uccidono Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti della sua scorta.
Il 19 luglio 1992, il magistrato Borsellino decise di andare a trovare la madre in via D'Amelio. Due minuti prima delle 17, l'esplosione dell'autobomba che uccise lui e cinque uomini della scorta si sentì in tutta Palermo.