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La Storia

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Nicolas Sanson, Carte Nouvelle du Duché de Mantoue da Nouveau Théâtre d’Italie,
Pierre Mortier, Amsterdam, 1704
(ANV, Raccolta Balzanelli, F1 II 42)

I Gonzaga, capitani del popolo, marchesi e poi duchi, governarono Mantova ininterrottamente per quasi quattro secoli (dal 1328 al 1707); ordinando tutti gli aspetti della realtà cittadina, del suo territorio e dell’organizzazione istituzionale dello stato, condizionarono progressivamente lo sviluppo economico, le realtà religiose regolari e secolari e l’ambiente artistico e culturale, trasformando la città in uno dei più ricchi e aggiornati centri della cultura rinascimentale italiana ed europea.

Fin dalle origini, però, assieme a quella dei Gonzaga di Mantova, si sviluppò la meno celebre ma altrettanto straordinaria avventura dei rami collaterali, la cui storia documenta il complesso intreccio fra i diversi rami familiari, la fitta rete di parentele illustri e le intricate vicende politiche di Casa Gonzaga che ebbero singolari riflessi anche sulla struttura insediativa territoriale. Formatisi con Gianfrancesco Gonzaga (a cui l’imperatore Sigismondo aveva concesso il titolo di marchese, condizione feudale dotata del privilegio della primogenitura), questi portarono alla divisione del territorio e alla formazione di quei feudi, impropriamente definiti ‘minori’, talvolta riannessi al casato principale, altre volte ulteriormente frammentati, che si svilupparono in particolare in territorio mantovano e a cavallo con le attuali province di Brescia, Cremona e Reggio Emilia. Piccoli feudi, sempre influenzati dal punto di vista politico, diplomatico e in materia economica dalle scelte dei Gonzaga di Mantova, formalmente autonomi ma in genere filo-imperiali, che, in particolare tra Cinque e Seicento, rivestirono un significativo ruolo politico, concretizzatosi in prestigiosi riconoscimenti nobiliari e in rilevanti interventi di progettazione e trasformazione edilizia e urbanistica che incisero profondamente sul costruito del territorio, definendo tracce materiali, in parte ancora ben visibili, che seppero esprimere le gerarchie, i valori e i simboli propri di ciascuna corte, con differenze culturali, architettoniche e paesaggistiche fra le diverse zone che affondavano le proprie radici in vicende e tradizioni differenti.

(tratto da C. Bonora Previdi, Dimore e giardini dei Gonzaga: fasti e rappresentanza dei rami collaterali, in I giardini dei Gonzaga 2018, p. 59).

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