La giornata di giovedì 25 aprile, data in cui ricorre quest'anno il 68esimo anniversario della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascita, ha preso il via al Monumento della Resistenza presso i giardini di viale Piave con le autorità civili e militari, le rappresentanze delle associazioni partigiane, combattentistiche e d'arma, un gruppo di scout e numerosi cittadini. Tra le autorità presenti, il sindaco di Mantova Nicola Sodano, il prefetto Mario Rosario Ruffo, il consigliere regionale Annalisa Baroni, i presidenti dei Consigli provinciale Simone Pistoni e comunale Giuliano Longfils, il questore Antonino D'Aleo, il presidente della Comunità ebraica Emanuele Colorni, il presidente della Fondazione Franchetti Aldo Norsa, i comandanti dei Carabinieri Roberto Campana, dei Vigili del Fuoco Danilo Pilotti, della Guardia di Finanza Dario Guarino, della Polizia stradale Stefano Caleffi e della Polizia locale Paolo Perantoni.
La cerimonia si è aperta con l'esecuzione dell'inno d'Italia di Mameli. Poi la Messa al Campo celebrata da don Stefano Peretti, cappellano della Polizia di Stato, e l'intervento da parte del presidente della Comunità ebraica mantovana Colorni che ha invitato i giovani a difendere la libertà conquistata con tanta fatica. Giovani come Franco Cesana, considerato il più giovane partigiano ucciso in combattimento: mantovano, uno dei circa duemila ebrei che hanno attivamente partecipato alla Resistenza. La cerimonia è continuata con la lettura ad opera dell'Accademia Teatrale Campogalliani di alcuni brani sulla Resistenza. Francesca Campogalliani ed Ettore Spagna hanno quindi letto una preghiera del "ribelle Teresio Olivelli, Servo di Dio" ucciso a bastonate per difendere un compagno di reclusione. Infine, l'intervento del sindaco di Mantova Nicola Sodano per la commemorazione ufficiale. Il primo cittadino è partito dal ricordo di una data che ha segnato la chiusura di una tragica "stagione di dittatura, totalitarismi e sopraffazione dell'uomo sull'uomo" per invitare a una "riflessione e riconciliazione, per costruire un futuro migliore, nel quale non ripetere gli sbagli di allora". Ieri i nemici erano i nazifascisti, "oggi si chiamano crisi economica, mancanza di lavoro, disprezzo della vita, individualismo esasperato. Dobbiamo fare fronte comune, oggi insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e resistere fino alla fine della tempesta. Questa città e il Paese hanno i mezzi per risollevarsi". Sodano non ha mancato di ricordare i soldati italiani impegnati all'estero in missioni di pace "per costruire il 25 aprile di altri popoli oppressi". Sulle note dell'Inno del Piave sono state deposte le corone inviate dalla Prefettura, dal Comune di Mantova, Provincia e Regione Lombardia.
La celebrazione, sempre alla presenza delle autorità locali, è continuata al Famedio con la deposizione della corona della Città di Mantova, portata dagli agenti della Polizia Locale, nella cripta che onora i caduti mantovani per la Patria.
Infine, la commemorazione della Comunità ebraica, nella sinagoga di via Gilberto Govi. Il presidente Colorni ha letto, come ogni anno, l'elenco dei 99 ebrei mantovani, sui 104 deportati durante la Seconda guerra mondiale, non più tornati dai campi di concentramento. Una triste lista che spesso racconta di intere famiglie distrutte, dai Coen ai Pinzi, dai Franchetti ai Levi. La lista dal gennaio scorso si può leggere anche scolpita sulle lapidi dell'androne del Municipio di via Roma (inaugurata per il Giorno della Memoria).
L'ultimo momento per la Festa della Liberazione è stato nel pomeriggio. In piazza Mantegna, infatti, si è tenuto un evento musicale con il concerto ad opera della Banda Città di Mantova. Tantissimi i cittadini, e non solo, presenti ed alcune autorità del territorio, tra cui il sindaco Sodano.