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Rigoletto a Mantova - settembre 2011mantova2017

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Percorso risorgimentale "I Martiri di Belfiore"

Scoperta la trama cospirativa all’inizio del 1852, i conseguenti processi istruiti nel biennio ‘52-‘53 riempiono le carceri mantovane di più di cento affiliati del Lombardo -Veneto. I processi si risolvono con nove esecuzioni capitali tramite impiccagione: cinque il 7 dicembre 1852 (don Enrico Tazzoli, Giovanni Zambelli, Angelo Scarsellini, Bernardo De Canal, Carlo Poma), tre il 3 marzo 1853 (don Bartolomeo Grazioli, Carlo Montanari, Tito Speri) e una il 19 marzo (Pietro Frattini). Le impiccagioni erano state precedute dalla fucilazione di don Giovanni Grioli il 5 novembre 1851 sempre a Belfiore; ad esse seguirà per ultima l’impiccagione di Pietro Fortunato Calvi a San Giorgio il 4 luglio 1855.

Le carceri dei Martiri di Belfiore nel Castello di San Giorgio
Antica dimora gonzaghesca, il Castello di San Giorgio, edificato alla fine del Trecento per opera di Bartolino da Novara, in età austriaca viene adibito in tutto il piano superiore a carcere politico, con l’ausilio di tramezze, inferriate e spesse porte. Qui, a metà Ottocento, vi confluiscono da tutto il Lombardo-Veneto i patrioti imputati di alto tradimento nei confronti dell’Impero asburgico, affiliati alla cosiddetta “congiura di Belfiore”. Oltre alle undici celle vere e proprie, dove ancora oggi sono visibili anelli conficcati nel muro a cui venivano incatenati i condannati, sullo stesso piano si trovano la camera della bastonatura, l’infermeria, il camerino dove si esponevano i morti e la sala del custode delle carceri. L’esperienza durissima vissuta dai prigionieri è evocata dalle testimonianze disegnate, graffite o dipinte sulle pareti delle celle.
Dal 17 marzo al 31 maggio, inclusi, il Museo di Palazzo Ducale offrirà un percorso accompagnato nelle Carceri dei Martiri di Belfiore. La visita sarà gratuita, ma sarà necessario essere in possesso del biglietto del Museo (oltre alla prenotazione, numero telefonico 0376 352100). Tale visita sarà possibile dal martedì al sabato, esclusi i festivi e il 26 marzo, ai seguenti orari: 9, 9.45, 10.30, 11.15, 12, 14.30, 15.15, 16, 16.45 e 17.30. Verrà inoltre allestita una sala con cimeli risorgimentali e con la proiezione di un video didattico introduttivo. L’accesso al percorso delle Carceri avverrà da piazza Castello.
Sabato 26 e domenica 27 marzo, invece, in occasione della giornata Fai di primavera la delegazione Fai di Mantova organizza ulteriori visite giudate.


Le forche e l’urna dei Martiri di Belfiore
Ospitate originariamente nel monumento dedicato ai Martiri di Belfiore, poi smantellato nel 1930, le spoglie dei Martiri, racchiuse in una cassa lignea, e le forche, strumenti del loro martirio, nel quadro del recupero programmato del patrimonio storico e culturale della città, sono oggi esposte nella cappella terminale del braccio destro della cripta della Chiesa di San Sebastiano, in un contesto che già accoglie la memoria dei caduti mantovani per la Patria. Qui, attraverso un adeguato allestimento inteso ad ospitarle, valorizzarle e conferire loro la dovuta dignità e valore simbolico, l’urna lignea è stata collocata su apposito supporto, mentre le forche sono state erette, nude, in posizione retrostante l’urna. A partire dal 15 marzo il Tempio è visitabile dal martedì alla domenica dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.


Il monumento ai Martiri di Belfiore
Mantova ha dedicato ai Martiri di Belfiore l’erezione di un monumento, opera dello scultore Pasquale Miglioretti (Ostiglia, 1822 - Milano 1881), inaugurato in Piazza Sordello il 7 dicembre 1872.
Il monumento venne smantellato e smembrato nel 1930 per volontà delle autorità fasciste locali. Nel 2002 esso è stato ricomposto nel suo aspetto originale e collocato nella Valletta di Belfiore, alle porte della città, luogo del supplizio di dieci degli undici Martiri.
L’opera è stata concepita dall’artista in “stile composito” e modellata attraverso la collocazione di elementi eterogenei: la statua del Genio dell’Umanità soprastante, un Sarcofago con funzione di basamento, raccordato alla statua mediante un elemento di forma piramidale, la figura del leone e serti di alloro. I volti dei Martiri trovano posto ai lati del Sarcofago in forma di medaglioni

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