A Mantova è stato sottoscritto il nuovo accordo territoriale sul canone concordato, che recepisce le modifiche introdotte dal decreto interministeriale del 16 gennaio 2017.
Le novità principali, rispetto alla versione precedente, sono l’attestazione unilaterale o bilaterale da parte dei sindacati degli inquilini e le associazioni dei proprietari per il supporto e l’asseverazione nella determinazione del canone, e la possibilità, in presenza di motivate esigenze non previste nell’accordo, di stipulare validi contratti ad uso transitorio in deroga.
L’Accordo è stato siglato il 9 novembre 2017, presso la Sala Consiliare del Municipio, dai sindacati degli inquilini SUNIA e UNIAT, e dalle associazioni di proprietari immobiliari Confedilizia, UPPI, ANPE Federproprietà, ASSPI, e dall’assessore alla Casa e ai Lavori Pubblici del Comune di Mantova Nicola Martinelli, per presa visione.
L'obiettivo dell'accordo è di favorire la locazione degli immobili che attualmente sono sfitti, agevolando le fasce sociali che si trovano escluse dal mercato delle locazioni offrendo un contributo alla soluzione all'emergenza sfratti, tramite l'incentivazione alla stipula di muovi contratti, anche per contrastare eventuali fenomeni di affitti sommersi e irregolari.
Con riferimento alla legge 431 del 1998, l'istituzione della forma di contratto d'affitto a canone concordato, stabilisce i criteri fissati a livello locale per calcolare, in base alle caratteristiche dell'alloggio, l'entità del canone che sarà normalmente più basso di quello a libero mercato.
La durata minima prevista è di tre anni, con rinnovo automatico (3+2) e sono definite anche forme particolari sia di natura transitoria che per studenti. Un ulteriore vantaggio derivante all'inquilino che stipula un contratto a canone concordato per la sua abitazione principale riguarda l'agevolazione fiscale a cui ha diritto come detrazione dall'Irpef.
Se, ad esempio, il suo reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro, può recuperare 495,80 euro, mentre nel caso sia oltre questa soglia ma entro i 30.987,41 euro il beneficio è di quasi 250 euro.
Al proprietario che affitta a canone concordato viene riconosciuto, in dichiarazione dei redditi, uno sconto del 30% sulla base imponibile da assoggettare all'Irpef. In alternativa, può scegliere di aderire alla Cedolare Secca che prevede la tassazione al 10% del reddito percepito, invece del 21% previsto per contratti non concordati.
Anche per quanto riguarda l'Imu al proprietario che affitta a canone concordato deriva un vantaggio rappresentato dalla riduzione dell'aliquota dal 9,6‰ al 9‰, oltre ad uno sconto del 25% sull'imposta calcolata.