E' stata inaugurata venerdì 11 maggio presso la Biblioteca Teresiana la mostra "Il respiro del tempo" con l'esposizione delle incisioni di Daniela Savini realizzate appositamente per la Biblioteca. L'esposizione, che si potrà vedere fino al 16 giugno 2018, è a cura di Chiara Pisani.
Daniela Savini e il respiro del tempo
Le incisioni di Daniela Savini dedicate alla Biblioteca Teresiana sorprendono per la suggestione atmosferica che caratterizza la visione degli scorci emotivamente individuati delle due Sale storiche. Sfruttando abilmente le caratteristiche di morbidezza della puntasecca su lastra in polivere, l’artista dà vita ad una visione luministica e pulviscolare degli ambienti e degli oggetti che trascende poeticamente l’oggettività della forma. È sicuramente un sentimento di passione sincera a guidare i solchi incisi che nella rappresentazione analitica delle antiche scaffalature cariche di libri si animano grazie ad un raffinato gioco chiaroscurale dai profondi echi psicologici.
La successione delle incisioni ricrea così, davanti agli occhi dello spettatore, un percorso evocativo ricchissimo di suggestioni culturali e simboliche che raggiunge, in alcune raffigurazioni, echi metafisici. In questa dimensione particolare lo sguardo di Daniela riesce a focalizzarsi, andando oltre la suggestione indubbia delle Sale monumentali con i suoi austeri scaffali, per guidarci attraverso il climax incalzante dei libri antichi e il palpitare della luce che vibra e si adagia tra le carte ingiallite, fino ad arrivare a cogliere uno spazio vitale inaspettato, un respiro diverso, remoto, animistico. Nella sua visione creativa la Biblioteca si rivela essere la porta d’accesso a una dimensione soprannaturale che si nasconde nelle carte antiche, nella sapienza nascosta dei libri, nel respiro stesso del tempo che vibra ad una frequenza che può sfuggire al visitatore superficiale e frettoloso incalzato dal ritmo frenetico di una esistenza scandita da algoritmi digitali.
Ecco che invece lo sguardo profondo dell’artista invita il visitatore a cogliere nel dettaglio della pavimentazione a scacchiera, nel gradino della scala che conduce ad uno spazio in penombra, nel lampadario che sfavilla sullo sfondo chiaroscurato della scaffalatura, nello squarcio di luce che entra dalla finestra, o ancora dall’insolito taglio prospettico e nell’ardita visione delle scaffalature, una dimensione diversa che porta verso uno spazio temporale altro, fortemente simbolico. Le incisioni, create appositamente in occasione di questa mostra e donate alla Biblioteca per la generosa sensibilità di Daniela Savini, appaiono dunque come un prezioso omaggio alla storica Biblioteca Teresiana che una particolare intuizione artistica riconosce come luogo in cui il Tempo, antica divinità, trova ancora oggi un vero e vivo respiro emotivo. Vero genius loci memoriae.
Chiara Pisani
Coordinatrice Gabinetto delle Stampe Biblioteca Teresiana
In allegato sono scaricabili l'invito all'inaugurazione e il depliant della mostra
- SAVINI.pdf (3089 Scaricamenti)
L’amministrazione comunale di Mantova ha aderito al progetto “Un bosco per la città”. Il progetto è stato promosso dall’Associazione Internazionale “Un Punto Macrobiotico” e dalla Commissione Nazionale Boschi che dal 2002 collabora con enti e Amministrazioni Locali, le scuole e i Ministeri competenti. Partecipano al progetto Ersaf e Regione Lombardia.
Una prima tappa del progetto si è concretizzata martedì 8 maggio nel cortile della scuola primaria Allende a Lunetta con l’inaugurazione della siepe. Sono stati presentati i lavori ultimati riguardanti l’allestimento della siepe. Sono intervenuti gli assessori alla Pubblica Istruzione del Comune di Mantova Marianna Pavesi e ai Lavori Pubblici Nicola Martinelli, i docenti e gli alunni scuola primaria Allende, gli insegnanti e gli studenti del corso di agricoltura sociale del Centro Polivalente Bigattera.
Il progetto consiste nel ripristino e creazione di aree verdi intorno e dentro le città costituite integralmente di piante autoctone e nella messa a dimora di varietà tradizionali del territorio. Il progetto è nato nel 2002 da un’idea del professor Pianesi. Ha già raccolto il patrocinio di Onu, Unesco, Unccd, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, del Corpo Forestale di Stato e di numerosi Consigli Regionali.
Il progetto consiste nella messa a dimora su terreni pubblici, individuati dalle amministrazioni coinvolte, e/o in collaborazione con i privati cittadini, di piante autoctone latifoglie, in spazi preferibilmente prossimi gli abitati, per la realizzazione di nuove aree boschive.
L’obiettivo è di educare le giovani generazioni e tutta la popolazione all’importanza dell’aria e del bosco quale riserva di ossigeno, elemento indispensabile alla sopravvivenza delle specie ed in particolare dell’uomo, ed offre inoltre, attraverso un’azione pratica di rimboschimento, la possibilità di realizzare uno o più boschi all’interno di ogni Comune; il miglioramento della qualità dell’aria grazie all’aumento della quota di ossigeno per abitante con conseguenti ricadute sulla qualità della vita e della salute; l’assorbimento dell’eccesso di gas serra; il contenimento degli eccessi del clima; la realizzazione di barriere contro il vento ed il rumore; facilitare la presenza di piccola fauna selvatica e di quella migratoria; garantire una maggiore ritenzione idrica del terreno, sia in prossimità dei bacini fluviali che in occasione di piogge consistenti; mantenere una buona fertilità dei suoli ed una maggiore umidità soprattutto nella stagione calda; ripristinare un equilibrato rapporto con l’ambiente attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, l’attuazione del protocollo di Kyoto, ratificato ai sensi della legge 1 giugno 2002 n.120, e le politiche di riduzione delle emissioni, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la protezione del suolo, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità degli insediamenti urbani.
Al progetto hanno partecipato l’Istituto Comprensivo Mantova 1 – Luisa Levi con la scuola primaria Allende di Lunetta e il Centro Polivalente Bigattera di Mantova che, con i suoi studenti del corso di agricoltura sociale, ha realizzato nell’area cortiva della suddetta scuola una siepe di circa 50 metri di Caprino Bianco. In particolare ha provveduto alla preparazione del terreno (concimazione e pacciamatura), piantumazione, tutoraggio fino all’allestimento dell’impianto di irrigazione.
Ecco le fasi del progetto. E’ prevista una parte pratica: gli alunni della scuola hanno partecipato ai lavori di allestimento della siepe collaborando con gli studenti della Bigattera e una parte teorica con gli alunni della scuola primaria di Lunetta che assisteranno in classe ad una lezione frontale con un referente della Commissione Nazionale Boschi che spiegherà loro l’importanza delle piante e della loro salvaguardia.
Il Comune di Mantova ha erogato a For.Ma (centro polivalente Bigattera) un contributo di 1.350 euro per l’acquisto del materiale necessario all’allestimento della siepe.
Approvato e pubblicato il Piano d’azione ex D.lgs 194/05 in materia di rumore. La documentazione è consultabile per eventuali osservazioni fino al 18 giugno 2018. Documentazione
Giovedì 26 aprile ha preso il via il terzo capitolo del progetto “Without Frontiers – Lunetta a colori” a cura di Simona Gavioli e Giulia Giliberti dell’associazione culturale Caravan SetUp e in collaborazione con l’associazione culturale torinese “Il Cerchio e le Gocce”. L’evento di arte urbana e arte pubblica, che si svolge a Mantova nel quartiere Lunetta, è iniziato con Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016 ed è parte integrante del Festival “Mantova Cambia” promosso dal Comune di Mantova.
La prima parte dell’intervento di quest’anno è stata illustrata giovedì 26 aprile nella Sala Consiliare del Comune, dove si è tenuta la conferenza stampa. In sala erano presenti degli studenti delle classi 3° e 4° dell'indirizzo grafico dell'Istituto "Carlo D'Arco", l'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Mantova Nicola Martinelli ha introdotto i temi del progetto. “Confermo - ha sottolineato - che anche in questo caso l'impegno del Comune non si limiterà all'aspetto puramente artistico, ma riguarderà la anche riqualificazione, entro maggio, dell'area sottostante il cosiddetto listone". Alla conferenza stampa sono intervenuti tra gli altri anche la curatrice Gavioli e l’artista Joys.
Without Frontiers ha visto il coinvolgimento di artisti nazionali e internazionali che sono intervenuti in un quartiere nella periferia Nord di Mantova, Lunetta, realizzando opere e imponenti wall painting, azioni performative e relazionali. Hanno partecipato alla realizzazione di questo museo a Cielo Aperto ancora in progress, gli artisti: Bianco-Valente, Corn79, Elbi Elem, Etnik, Fabio Petani, Made514, Panem et Circenses, Perino & Vele, Vesod e Zedz.
In questi anni, grazie a Without Frontiers, l’universo visivo del quartiere di Lunetta si è trasformato e a oggi le opere realizzate sono 14. Il progetto ritorna per il terzo anno con l’obiettivo di ampliare gli interventi di arte pubblica nel quartiere Lunetta e raggiungere un ulteriore sviluppo concettuale al progetto di riqualificazione urbana e valorizzazione culturale della periferia di Mantova.
Questo III Capitolo, prevede un programma suddiviso in due fasi. Aspettando Without Fronters – Lunetta a colori 26 aprile -4 maggio 2018. La prima fase avrà come titolo “Una nuova pelle”, inizialmente programmata per lo scorso autunno ma slittata per impegni tra Cina e gli Stati Uniti dell’artista, si svolgerà tra il 26 aprile e il 4 maggio 2018. Il protagonista di questo importante intervento sarà appunto Joys. L’artista realizzerà un’opera di circa 800 metri quadrati sulla facciata del palazzo di viale Piemonte. Il palazzo funge da “porta d’ingresso” al quartiere e l’opera di Joys sarà il caldo benvenuto per chiunque entrerà a Lunetta.
L’opera, in linea con lo stile dell’artista, sarà espressione della sua ricerca, caratterizzata da inconfondibili forme tridimensionali che rispondono a regole logiche e geometriche ben precise.
L’opera di Joys ci racconta la storia di un lento cambiamento che sta coinvolgendo il quartiere di Lunetta. I palazzi sono diventati un foglio bianco, una pelle sulla quale scrivere per acquistare un’identità unica che sembra esserci stata estirpata dalla società delle omologazioni. Quella pelle che andremo a ridisegnare sarà la frontiera tra il dentro e il fuori delineando i limiti del sé in quel confine che ci apre al mondo (La pelle e la traccia. Le ferite del sé | David Le Breton – Melteni Melusine 2005).
Al progetto “Aspettando Without Frontiers” si affianca l’Istituto Carlo D’Arco di Mantova. Gli studenti provenienti dalla sezione Comunicazione e Grafica, insieme al Professor Carlo Benini, sviluppano fino alla fine dell’anno scolastico un progetto nel quale mostreranno, attraverso la fotografia, la loro particolare idea sul tema della “nuova pelle” inteso come cambiamento.
Quest’anno il progetto avrà anche una seconda fase dal 18 al 24 giugno. I nomi di tutti gli artisti coinvolti nella seconda fase del terzo capitolo del progetto, saranno comunicati successivamente. L’obiettivo da raggiungere entro il 24 giugno, sarà la presenza di oltre 20 opere nel quartiere Lunetta, ampliando il Museo a cielo aperto di Mantova.
Durante la settimana, verranno coordinate diverse attività culturali insieme alla rete di associazioni che convivono a Lunetta, Rete Lunetta, e prenderà vita il progetto Nova ideato da un gruppo di studenti del Liceo Classico Virgilio in collaborazione con Rete Lunetta. Nova mira a rigenerare il quartiere Lunetta-Frassino attraverso opere di street art ideate dal basso con il coinvolgimento e la partecipazione dei residenti del quartiere.
Da venerdì 27 aprile a venerdì 4 maggio 2018 alle 19 è possibile effettuare delle visite guidate del quartiere su prenotazione contattando il numero 3393290120. Link per la donazione progetto Nova: https://www.derev.com/progetto-nova .
Il nome del generale Pietro Maletti è stato cancellato dalla toponomastica della città di Mantova. D’ora in poi la via si chiamerà con nome della partigiana e prima donna ministro della Repubblica Tina Anselmi. La cerimonia di intitolazione si è tenuta martedì 24 aprile con gli interventi del Presidente del Consiglio Comunale Massimo Allegretti, di Luigi Benevelli e Maria Zuccati dell’Anpi provinciale. Era stata proprio l’associazione dei partigiani a chiedere al Comune di Mantova di cambiare il nome in quanto il militare si era reso responsabile del massacro di 1.400 religiosi e civili avvenuto nel monastero di Debre Líbanos, in Etiopia, il 19 maggio 1937.
La Giunta Palazzi aveva deciso il cambio del nome per dare un segnale concreto di condanna dell’eccidio e più in generale del rispetto della vita umana. Tina Anselmi è nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo 1927 ed è morta nel medesimo Comune il 1° novembre 2016. “E stata una politica e una partigiana italiana – ha ricordato Allegretti -. È stata anche la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana. Si è battuta per difendere la Carta Costituzionale ed ha guidato in modo esemplare la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Loggia P2”. Soddisfazione è stata espressa anche da Benevelli e Zuccati che hanno ricordato la figura di Tina Anselmi mettendo in evidenza la sua inflessibilità nella difesa della legalità e il carattere di donna forte che ha legato il suo nome alla lotta antifascista.