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Il questore Pagliazzo Bonanno riceve il Virgilio dal sindaco PalazziIl questore di Mantova Salvatore Pagliazzo Bonanno ha ricevuto il saluto e il ringraziamento della città per il per servizio reso alla comunità mantovana. La cerimonia si è tenuta nell’aula consiliare di via Roma venerdì 24 agosto con la presenza del sindaco Mattia Palazzi, degli assessori e dei consiglieri comunali, oltre che delle autorità, a partire dal prefetto di Mantova Sandro Lombardi. Erano presenti tra gli altri l’onorevole Annalisa Baroni, il presidente della Provincia Beniamino Morselli, il presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti, il comandante della polizia locale Paolo Perantoni e i rappresentanti delle forze dell’ordine.

“Viviamo tempi difficili – ha detto Palazzi - dove il tema della sicurezza dei cittadini, in tutte le sue declinazioni, è in cima all’agenda di chi amministra un territorio. Una preoccupazione costante che si somma a mille altri doveri, emergenze, priorità e bisogni. Per questa ragione chi come lei questore sa e ha saputo svolgere pienamente e con grande competenza il proprio ruolo, non ha semplicemente fatto il proprio dovere ma ha contribuito a garantire ad una comunità la serenità e la certezza di sentirsi protetta. Un punto di riferimento saldo e certo anche per la nostra Amministrazione che ha potuto con lei collaborare e dar vita a un progetto condiviso sulla città”.

Durante l’incontro è stato ricordato il suo impegno sul fronte della sicurezza e dell’ordine pubblico. Nato a Catania nel 1955, sposato, con due figli, con laurea in scienze politiche, Pagliazzo Bonanno ha iniziato la sua carriera alla Questura di Palermo, dove ha lavorato prima alla squadra volante e quindi alla sezione omicidi della squadra mobile. Durante il suo mandato ha diretto numerosi servizi contro gruppi mafiosi. Nell’agosto 2009 è stato nominato vicario del questore alla Questura di Bolzano e tre anni più tardi, è stato promosso dirigente superiore. Successivamente ha guidato il Compartimento Polizia Ferroviaria di Venezia. Infine, ha assunto l’ultimo incarico prima di arrivare a Mantova, dal 1° agosto 2014 al 7 aprile 2016 è stato questore della provincia di Vercelli.

Pagliazzo Bonanno, intervenendo alla cerimonia, ha ribadito l’impegno delle istituzioni nel garantire la salvaguardia delle libertà fondamentali, dell’ordine e della sicurezza pubblica. Obiettivi, questi, che, ricorda il nuovo questore, potranno essere più facilmente raggiunti con la collaborazione di tutti cittadini. Il questore ha annunciato che la polizia di Stato a Mantova sta aumentando il personale. Due persone sono già entrate in servizio, altri quattro agenti arriveranno entro la fine dell’anno.

La ciclabile in via BrenneroLa Giunta comunale, giovedì 23 agosto, ha dato il via libera al secondo atto integrativo all’atto sostitutivo dell’accordo di programma per le bonifiche del Sin. Si tratta di oltre 16 milioni di euro che saranno impiegati per le attività di risanamento nel petrolchimico. In particolare, il Comune di Mantova sarà impegnato direttamente nella gestione delle risorse dedicate al ripristino ambientale del fondale dei laghi, alle analisi ambientali per la fruizione della ciclabile di via Brennero e gli interventi in sostituzione dei privati inadempienti.

Nel dettaglio, con le risorse di disponibili, per un importo complessivo ridefinito di 16.617.278 euro sono stati individuati sei interventi, relativi costi e soggetti attuatori. Il primo riguarderà le aree di proprietà della società “Industria Colori Freddi San Giorgio srl” di 3 milioni di euro (il soggetto attuatore è il Comune di Mantova), il secondo le aree di proprietà della Agricola Cascina delle Betulle di 3 milioni di euro (il soggetto attuatore è la Regione Lombardia), il terzo è nelle aree del Basso Mincio, Vallazza, Lago Inferiore e Darsene di 9 milioni e 200 mila euro (i soggetti attuatori sono il Comune di Mantova e la Provincia di Mantova), il quarto è nelle aree residenziali ed agricole di 620 mila euro (i soggetti attuatori sono il Comune di Mantova e Arpa Lombardia), il quinto riguarda l’attuazione delle misure di prevenzione e la messa in sicurezza a seguito delle indagini, caratterizzazione e analisi di rischio e revisione del modello idrogeologico e ricognizione dello stato di manutenzione e della funzionalità dei piezometri esistenti, qualora fossero necessari, di 497.278 euro ( i soggetti attuatori sono il Comune di Mantova, la Provincia di Mantova, la Regione Lombardia, Arpa Lombardia – Dipartimento Provinciale di Mantova, Ats Valpadana e il Parco del Mincio), il sesto e ultimo intervento è inerente l’attività di monitoraggio della pista ciclopedonale di via Brennero dell’aria e dei gas interstiziali definiti da Arpa, Ats, Ispra, Iss, e Inail di 300 mila euro (il soggetto attuatore è il Comune di Mantova).

Fao, accordo tra il Comune e il Politecnico
La Giunta ha approvato anche l’accordo di collaborazione tra il Comune di Mantova e il Politecnico di Milano in vista del primo Forum e mondiale sulla forestazione urbana della Fao che si terrà a Mantova dal 28 novembre al 1° dicembre.
L’accordo assegna al Politecnico di Milano, con il supporto di Sisef e Fao, lo sviluppo del programma e il coordinamento scientifico del Forum, la promozione di attività di comunicazione e networking, contribuendo in questo modo anche al reperimento di sponsorizzazioni, l’elaborazione di strumenti di promozione e divulgazione scientifica.

Il Comune di Mantova, si impegna ad occuparsi degli aspetti logistici, di raccordo e promozione istituzionale e del reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione dell’evento. Inoltre, si impegna a corrispondere al Politecnico, a copertura dei costi previsti per lo svolgimento delle attività previste nell’accordo, un rimborso spese per un importo massimo di 30mila euro. Il responsabile scientifico per il Politecnico è il professor Federico Bucci, prorettore del polo di Mantova.

Mantova Hub, siglata la collaborazione con la Provincia per il supporto tecnico
Ok allo schema dell’accordo di collaborazione tra il Comune e la Provincia di Mantova per la gestione delle risorse umane necessarie alla realizzazione del progetto Mantova Hub. Con questo accordo, la Provincia si impregna a individuare tra i tecnici del servizio Edilizia Edifici Scolastici e Sicurezza, le figure di supporto al responsabile unico del progetto indicato dal Comune di Mantova, e ad individuare tra i funzionari del servizio affari generali una figura di supporto al Rup per alcune specifiche attività amministrative legate al progetto Mantova Hub.

In questo modo la Provincia supporterà concretamente attraverso l’apporto di personale tecnico la realizzazione di Mantova Hub e in particolare la scuola all’interno della ex ceramica che ospiterà l’Istituto Mantegna.

La presentazione del documentario con il sindaco PalazziLa rassegna cinematografica Mantova FilmFest 2018 martedì 21 agosto ha aperto con il documentario “Torre della Gabbia”, un girato sulla storia e sui lavori di trasformazione per il recupero e la valorizzazione della più alta e rinomata torre della città di Mantova. L’evento è stato organizzato dal Comune di Mantova con il sostegno di Fondazione Cariplo ed è stato riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo tra le iniziative dell’anno europeo del patrimonio culturale 2018.
Il filmato, realizzato da Graziano Menegazzo su un'idea di Elena Froldi Paganini, è stato presentato all’Auditorium Campiani di Mantova ed è stato introdotto dal presidente del comitato organizzatore del festival Salvatore Gelsi, dall’ideatrice, dall’autore e dal sindaco di Mantova Mattia Palazzi in una sala gremitissima.

“Finalmente tutti i mantovani potranno salire sulla Torre e grazie all’ascensore – ha evidenziato Palazzi - sarà accessibile anche ai disabili. Sarà recuperato un pezzo importante del patrimonio culturale della città che permetterà al pubblico di vedere un panorama unico al mondo”.

Il racconto introduce il pubblico nelle antiche e contemporanee vicende che hanno caratterizzato la Torre della Gabbia, costruita nel XIII secolo. La Torre si erge nel centro storico di Mantova ed è fra gli elementi architettonici più rappresentativi e caratterizzanti del magnifico skyline della città. La tecnica costruttiva, i materiali e la tipologia architettonica ne confermano l’originaria fattura medioevale.
La torre è stata oggetto di una parziale ristrutturazione nel Cinquecento, quando la facciata rivolta sull’attuale via Cavour fu adeguata agli stili tipicamente rinascimentali. La Gabbia invece, che dà il nome all’edificio, è datata in maniera certa nel 1576 quando il duca Guglielmo ne decise la realizzazione allo scopo di chiudervi i malfattori.

Negli ultimi anni l’Amministrazione Comunale ha promosso uno straordinario intervento di recupero e valorizzazione del manufatto, in primis un intervento di consolidamento e miglioramento sismico dal costo complessivo di 1milione e 400mila euro.
L’intervento, resosi ancora più necessario a seguito dei danni causati dal sisma del maggio 2012, che hanno provocato lesioni alla struttura ed il crollo della scala interna, permetterà di restituire la Torre, inaccessibile da centinaia di anni, alla città.
Considerando che sarà realizzato anche l’impianto di risalita e la sistemazione dell’appartamento per l’accoglienza e la biglietteria l’investimento salirà a 2 milioni di euro.

Le difficoltà date dall’imponenza della struttura architettonica, dall’altezza di circa cinquantaquattro metri e dalle dimensioni minime interne, rappresentano fattori che rendono l’opera di recupero una vera e propria sfida progettuale.
Il video “Torre della Gabbia”, attraverso le voci dei protagonisti di questa sfida, racconta gli interventi e le trasformazioni che permetteranno all’Amministrazione di renderla nuovamente fruibile ed accessibile al pubblico.

Il tavolo dei relatoriLa Residenza Sanitaria Assistenziale Monsignor Mazzali di via Trento 10 sarà ampliata e sarà interessata ai lavori per adeguamento antisismico. Il palazzo storico di origini quattrocentesche sarà sottoposto ad una ristrutturazione strutturale delle coperture. E’ previsto l’ampliamento dell'ala est dell'edificio, in prossimità del muro di confine con vicolo Cappuccine. Grazie alle opere che saranno realizzate sarà aumentata la superficie della cucina esistente al piano terra e sarà strutturato un nuovo Centro Diurno Integrato nei due piani superiori.

Il progetto è stato presentato giovedì 26 luglio nella sede della Fondazione Arrigo Mazzali con gli interventi del presidente della Fondazione Luca Talarico, del sindaco di Mantova Mattia Palazzi, della consigliere comunale e regionale Alessandra Cappellari e dell'assessore all'Urbanistica del Comune di Mantova Andrea Murari.

“Mantova è una città che rafforza il sistema dei servizi alle persone e alle famiglie – ha sottolineato Palazzi-. Nei prossimi mesi saranno investiti altri sette milioni per il Mazzali e per le strutture assistenziali di Mantova Hub per rafforzare il welfare”.
Gli architetti Gloria Negri e Sergio Spazzini e l'ingegnere Stefano Mazzocchi hanno precisato che gli interventi rispetteranno il vincolo storico-artistico dell'immobile, concordato con la Soprintendenza, che permetteranno di intervenire per migliorare l’impatto sismico delle strutture.

Nell’ala est, la nuova costruzione, di tre piani, consentiranno l'espansione dei locali dell'attuale cucina e la creazione al primo piano del nuovo Centro Diurno Integrato per 30 ospiti, mentre al secondo e al terzo piano saranno messi a disposizione gli spazi per la palestra e i servizi accessori.

Pertanto, il Centro Diurno Integrato che attualmente è attivo in altra zona di Mantova, in locali in affitto, sarà portato all’interno della sede principale della Fondazione. La nuova struttura completa la piena funzionalità della Rsa integrandosi col prospicente giardino, il bar e il teatro dove vengono proposte quotidianamente attività a carattere ricreativo e ludico.

D’altra parte, l'ampliamento della cucina coinciderà con il riordino e il potenziamento della capacità produttiva del servizio, oggi sottodimensionato rispetto alle reali esigenze del servizio. Attualmente al Mazzali vengono prodotti oltre 230.000 pasti all'anno destinati agli ospiti delle sedi di Mantova e Marmirolo e lavorate e conservate tutte le derrate alimentari.

La condivisione delle strategie tra Fondazione Mazzali e il Comune di Mantova, che ha approvato in tempi rapidi la necessaria deroga al piano regolatore, e l'attenzione della Regione Lombardia potrebbero far decollare rapidamente il progetto che sarà candidato al bando per gli emblematici maggiori della Cariplo.

Per realizzare le opera serviranno 3.727.559,60 euro, i lavori dureranno 24 mesi.

 

La presentazione della guida al Festival in piazza AlbertiUn’affollata piazza Alberti ha accolto mercoledì 24 luglio il classico evento di presentazione e distribuzione del libretto che riproduce la guida di Festivaletteratura. La pubblicazione raccoglie tutti gli incontri che vedranno protagonisti, dal 5 al 9 settembre, trecento autori in arrivo da oltre trenta paesi.

La serata è stata introdotta dal presidente del comitato organizzatore Luca Nicolini, dalla consigliere della Provincia Francesca Zaitieri, che ha lodato la forza propositiva della manifestazione, e dal sindaco di Mantova, Mattia Palazzi che ha posto l'accento sull'importanza di Festivaletteratura come luogo della parola, come spazio che aiuta, grazie al confronto, a leggere il mondo in maniera diversa.

“Toglieremo le auto da questo spazio meraviglioso – ha evidenziato il primo cittadino - e come ho già detto a proposito delle polemiche sui concerti, non ci sposteremo di un millimetro perché questi luoghi vanno vissuti”. Nicolini ha spiegato le novità nel programma di quest’anni, a partire dagli spazi della Madonna della Vittoria sui temi scientifici, la biblioteca temporanea di "Una città in libri", curata da Alessandro Catalano e Luca Scarlini che sarà dedicata a Praga. E’ previsto anche un percorso notturno al Cimitero Monumentale di Mantova.

Ci sarà spazio per gli eventi che favoriscono la lettura per i giovani europei dai 12 ai 19 anni. Non mancheranno appuntamenti dedicati all'umorismo intelligente. In chiusura ha parlato l’ospite speciale Valeria Della Valle, professoressa associata della Linguistica italiana alla Sapienza Università di Roma fino al 2014, e autrice di ben tredici manuali di divulgazione dedicati alla lingua italiana. "L'italiano: la bellezza della complessità" è stato il titolo del suo intervento in cui sono stati approfonditi gli aspetti di bellezza ma anche di complessità della nostra lingua.

Il sito di Festivaletteratura

Un momento dell'inaugurazioneL’Anpana, l’associazione zoofila che opera da molti anni in ambito nazionale e locale, da venerdì 13 luglio ha una nuova casa in città concessa dal Comune di Mantova. La sede in via Volta 7, nel quartiere di Valletta Valsecchi, è stata inaugurata nel pomeriggio dal vicesindaco Giovanni Buvoli, dall’assessore alla Polizia Locale Iacopo Rebecchi e dal responsabile nazionale di Anpana Giuseppe Laganà, affiancato da altre guardie.

L’associazione si occupa di vigilanza di parchi e giardini in aree assegnate, di verifica dei cani per microchip e iscrizione all'anagrafe regionale in base alle norme anti randagismo. Ma dedica attenzione anche alla sicurezza, per verificare come siano custoditi cani potenzialmente pericolosi o alle indagini sul fenomeno, seppur raro, dei bocconi avvelenati, eccetera. “La scelta di dotare Anpana di una sede nasce dal desiderio dell’Amministrazione da un lato di rafforzare l’azione quotidiana di questa realtà che porta un indubbio beneficio al nostro territorio e dall’altro di testimoniare concretamente la gratitudine della città per la preziosa opera svolta – ha sottolineato il vicesindaco Giovanni Buvoli -. Voglio ricordare che l’azione di Anpana non si limita alla protezione degli animali da compagnia ma anche alla salvaguardia del nostro patrimonio zootecnico e ittico, avvalendosi di guardie adeguatamente formate che agiscono di concerto con le istituzioni e i corpi di vigilanza locali e dello Stato. Collabora, inoltre, con la protezione civile, il Wwf e con tutti gli enti e le associazioni che hanno scopi affini”.

“Luglio e agosto sono i mesi dell’esodo vacanziero e coincidono con il periodo di maggior intensità di atti di abbandono di animali domestici e di atti di inciviltà e disumanità – ha aggiunto l’assessore alla Polizia Locale Iacopo Rebecchi -. La legge condanna, con la reclusione o con un sanzione che va da 1000 a 10mila euro, chi abbandona un animale o ne provochi dolore fisico e psichico. Per questa ragione l’Amministrazione ha deciso di dare un importante sostegno alle realtà che sul nostro territorio si occupano di difendere e aiutare i nostri amici a quattro zampe, concedendo all’Anpana, Associazione Nazionale Protezione Animali Natura e Ambiente, una sede che oggi inauguriamo. L’associazione è un partner consolidato per la nostra Polizia Locale, coadiuvandola nel controllo del territorio e nella gestione degli eventi”.

Per rivolgersi al servizio si può chiamare il 3703523796.

 

Il sindaco Palazzi alla conferenza stampaAprirà al pubblico il 5 settembre 2018 a Mantova, in concomitanza con il Festivaletteratura, la mostra dedicata a Marc Chagall (Vitebsk, 7 luglio 1887 – Saint-Paul-de-Vence, 28 marzo 1985) il pittore che insieme a Picasso e Robert Delaunay ha forse ispirato il maggior numero di poeti, scrittori e critici militanti del Novecento.
La mostra a cura di Gabriella Di Milia, in collaborazione con la Galleria di Stato Tretjakov di Mosca, è promossa dal Comune di Mantova e organizzata e prodotta con la casa editrice Electa ed è stata presentata mercoledì 11 luglio alla Triennale di Milano dal sindaco di Mantova Mattia Palazzi, dalla curatrice Gabriella Di Milia e da Rossana Cappelli di Electa.

“Finalmente, dopo 19 anni torneranno in Italia anche i teleri di Chagall – ha dichiarato il sindaco di Mantova Mattia Palazzi -. E’ originale anche il periodo della mostra, da settembre a gennaio, una scommessa che destagionalizza il turismo a Mantova e fa conoscere la città in mesi in cui viene meno visitata. Chagall, dunque, aiuta e promuove l’economia mantovana. L'aspetto espositivo resta importante per Mantova, ritengo che insieme alla modernizzazione dei servizi offerti ai turisti, sia un investimento fondamentale per rilanciare la nostra città”.

L’esposizione “Marc Chagall come nella pittura, così nella poesia” sarà allestita a Palazzo della Ragione, monumento medievale che sorge nel cuore della città, decorato con straordinari cicli di affreschi, per secoli centro del potere civico di Mantova. Il Palazzo sarà restituito alla città proprio a settembre, dopo un lungo e complesso intervento di valorizzazione che consentirà di ospitare un palinsesto di attività culturali ricco e qualificato.
In particolare il Comune di Mantova ha inaugurato con la casa editrice Electa una programmazione espositiva triennale dedicata al Novecento, di cui Chagall è la prima tappa. La mostra espone oltre 130 opere tra cui il ciclo completo dei 7 teleri dipinti da Chagall nel 1920 per il Teatro ebraico da camera di Mosca: opere straordinarie che rappresentano il momento più rivoluzionario e meno nostalgico del suo percorso artistico.
I relatori hanno ricordato che i teleri costituiscono un prestito eccezionale della Galleria di Stato Tretjakov di Mosca, di assai rara presenza in Italia: furono esposti a Milano nel 1994 e a Roma nel 1999 dopo le esposizioni del 1992 al Guggenheim di New York e del 1993 al The Art Institute di Chicago.

Il progetto espositivo proporrà, attorno alle sette opere, la ricostruzione dell’environment del Teatro ebraico da camera, ossia una “scatola” di circa 40 metri quadrati di superficie, per cui Chagall aveva realizzato, oltre ai dipinti parietali, le decorazioni per il soffitto, il sipario, insieme a costumi e scenografie per tre opere teatrali.
Una selezione di opere emblematiche (dipinti e acquerelli) di Marc Chagall degli anni 1911 – 1918 accompagnerà l’allestimento immersivo del Teatro ebraico da camera, insieme a una serie di acqueforti, eseguite tra il 1923 e il 1939, tra cui le illustrazioni per le Anime morte di Gogol’, per le Favole di La Fontaine e per la Bibbia. Le incisioni si inseriscono nel percorso espositivo a testimoniare lo stretto rapporto tra arte e letteratura nel periodo delle avanguardie.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Electa che, oltre a restituire le influenze e contaminazioni artistiche e culturali che Chagall assorbì vivendo a Vitebsk, San Pietroburgo, Parigi e Mosca, racconta la fascinazione che il pittore russo esercitò su poeti, artisti, letterati dell’inizio del secolo scorso.

Il volume raccoglierà, per la prima volta tradotti, i principali testi letterari e poetici che, sull’artista, hanno scritto critici, intellettuali e poeti del suo tempo.
La pittrice Marevna descrive Chagall a Parigi dove si trasferì nel 1910 come un personaggio unico: “Estremamente seducente, sicuro di sé e pieno d’ambizione, abbandona molto presto il gruppo degli emigrati per avvicinarsi all’ambiente dell’avanguardia internazionale. I suoi amici sono: scrittori progressisti come Apollinaire e Ricciotto, Canudo e i cubisti di Montparnasse, vicini a Robert Delaunay”.

Chagall e le Avanguardie
Trasferitosi a Parigi dal 1910, Chagall non può abbandonare i ricordi della vita a Vitebsk, perché i suoi sentimenti si sono sviluppati e raffinati nella sofferenza ebraica. Ma poteva correre il pericolo di essere sopraffatto dai suoi inquietanti fantasmi. Cerca perciò una soluzione di ordine formale nel linguaggio dell’avanguardia.

Pur mantenendo un interesse preminente per i suoi soggetti, adotta la libertà di mezzi del cubismo e, svuotando la forma geometrica di tutto quel che poteva ricondurre al reale, riesce a rimanere fedele al modo di vedere, sentire e immaginare della sua infanzia e giovinezza. La sua pittura non avrà altre prospettive, egli rimarrà per tutto il corso della sua vita fermo nella decisione di restare il pittore che è nato.
Chagall, infatti, non si è mai inserito in una corrente artistica fermandovisi e compiendo una scelta definitiva.
Il legame con la tradizione russa, ebraica orientale e, nello stesso tempo, il desiderio di non sentirsi completamente escluso dalla vitalità delle nuove proposte dell’arte occidentale lo hanno spinto ad accostare culture e stili lontani. Villaggi dipinti con una elementarità volutamente infantile, suppellettili dall’aspetto naif - come nelle insegne delle botteghe della provincia russa, collezionate da lui stesso e dai cubo-futuristi russi -, associati a virtuosistiche scomposizioni, a invenzioni geometriche, costituiscono una ricorrente aneddotica che sembra insinuarsi per squilibrare il più possibile un quadro e che non vi riesce quasi mai perché ricomposta in un imprevedibile ordito. La scomposizione serve all’artista per sviluppare un linguaggio otticamente associativo, commisurato al linguaggio del sogno.

Lo stesso si può affermare per i simultanei e trasparenti contrasti cromatici attinti alla pittura di Sonia e Robert, Delaunay. Gli oggetti, gli animali, i personaggi, ingranditi o miniaturizzati, divengono catalizzatori di stati d’animo, di associazioni insolite, le loro superfici non sono dinamizzate e scomposte per creare effetti di movimento ma per rompere una rigida compattezza e conferire alle immagini una ambiguità evocativa che rende ogni cosa sconosciuta.
Così come nella sperimentazione dei dipinti per il Teatro ebraico di Mosca, nei quali le scansioni cromatiche non costituiscono una completa adesione di Chagall all’astrattismo e al suprematismo, che l’artista considera, come il cubismo, troppo realista. Un triangolo, un cerchio, un quadrato, sono per lui oggetti. Al suo avversario Malevič pare che abbia detto: “Un quadrato, posso sedermi sopra, comprende mio caro: un quadrato è un oggetto”.

Il Teatro ebraico da camera di Mosca
Dopo i fondali celebrativi del primo anniversario della rivoluzione d’ottobre, eseguiti da Chagall a Vitebsk nel 1918, per la seconda volta l’artista realizza un’opera di carattere collettivo, dedicata alla realtà teatrale così concentrata sull’arte delle apparenze.
I teleri di Chagall per l’esordiente Teatro ebraico da camera di Mosca (1920) costituirono una rara opportunità, non solo per le dimensioni notevoli ma anche perché anticiparono i programmi innovatori che il regista Aleksej Granovskij si proponeva. L’esigenza di collegarsi all’attualità liberò inoltre l’autore da quel senso di nostalgia che spesso predominava nei suoi stati d’animo. Nel ciclo pittorico il teatro si identifica con la festa della rivoluzione d’ottobre vissuta da Chagall come rinnovamento e affermazione della massima libertà individuale.

Nel grande pannello “Introduzione al teatro ebraico”, che occupava la parete sinistra della platea, si avverte subito che Chagall si è svincolato dal quel che era diventato il suo modo abituale di fare pittura, sperimentando metodi più sintetici e immediati. Le strisce del fondo, che si intersecano in settori curvilinei, sono modulate dal nero alle più impalpabili, chiarissime tinte. Sono geometrie che dividono in comparti i singoli protagonisti di una grande parata e, nello stesso tempo, li tengono insieme. La parte sinistra del dipinto, con il gruppo dei ritratti a grandezza naturale dei personaggi attivi nell’impresa: dal regista Granovskij al critico Efros, agli attori, è scherzosa, come per sdrammatizzare le difficoltà da affrontare. Lo stesso Chagall, portato in braccio da Efros, appare il simbolo di un atteggiamento battagliero. L’artista mette insieme gesti, caratteri, funzioni, situazioni di una umanità che vive l’incerto presente, coinvolta in incidenti di ogni tipo e condizionata da manie che la fanno apparire isolata nella bizzarria di una nuova condizione. Volendo accettare tutti gli elementi contraddittori di un momento storico colmo di interrogativi l’artista doveva sentirsi fortemente combattuto. Probabilmente riuscì a contenere tutte le spinte contrarie e opposte per la sua vicinanza al chassidismo, il movimento mistico ebraico che gli suggerì i modi di affrontare le difficoltà della vita quotidiana insieme a tutto il grande subbuglio psicologico di quegli anni russi brulicanti di violenza e sogni impossibili. La saggezza chassidica cresceva nella gioia piena della vita, alla tavola del rabbino nei giorni di festa, mediante sentenze, epigrammi, leggende, improvvisazioni esegetiche che puntavano alla redenzione dal peccato con il paradosso e l’ironia. Oppure nelle capriole per le vie e nei mercati che esprimevamo la fiducia nell’emozione spontanea come mezzo di comunicazione con Dio.

Nello spazio di massima evanescenza a destra, i tre saltimbanchi, che ricordano i pagliacci del teatro popolare ebraico, sono degli svitati, dei folli di Dio, che uniscono santità e allegria. Questa parete dipinta con pennellate leggere ed euforiche indica che qualcosa di nuovo è avvenuto nella mente dell’artista e che egli è pronto a realizzare nuovi capolavori.

Nel teatro erano situati, sulla parete di destra, i quattro quadri raffiguranti le Arti personificate: la Musica rappresentata da un violinista mefistofelico, la Danza da una mastodontica ballerina, il Teatro dal Badchan, l’animatore di matrimoni ebrei e, infine, La Letteratura dalla figura tutta bianca dello scriba-poeta. I pannelli sono sormontati da una striscia di simboli commestibili e terribili. È questo il Fregio che rappresenta il banchetto nuziale in cui, accanto a pesci, pani, frutta e galli vivi, si serve anche un amante defunto, per accennare forse al fatto che il vecchio teatro ebraico sarebbe stato soppiantato da una poetica dell’assurdo.

Dirigendosi verso la porta d’uscita della sala gli spettatori potevano osservare il dipinto” Amore sulla scena”, opera in cui è evidente sino a che punto Chagall poteva spingersi nell’uso di elementi non oggettivi rimanendo il pittore delle suggestive immagini psichiche, a doppio senso.

La firma del Patto del Prefetto Lombardi e del sindaco PalazziE’ stato rinnovato per altri due anni, a partire dal 22 agosto 2018, fino alla medesima data del 2020, il “Patto per la sicurezza” tra Prefettura e Comune di Mantova. Il primo è stato siglato nel 2012, poi è stato rinnovato nel 2014 e nel 2016. E’ stato confermato, dunque, l’impegno a porre in essere le azioni necessarie per migliorare le attività di controllo del territorio e incrementare la collaborazione tra le Forze di Polizia dello Stato e la Polizia Locale.

A tal fine verrà mantenuta al massimo l’attività volta ad incrementare, rispettivamente, le attività “del Poliziotto, del Carabiniere e del Vigile di quartiere” negli interventi tesi ad elevare i livelli di sicurezza e vivibilità urbana. I fenomeni di disordine urbano saranno valutati periodicamente dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Prefettura e Comune si impegnano a mantenere attiva l’interconnessione fra le sale Operative delle Forze di Polizia e quella della Polizia Locale anche ai fini di assicurare ai cittadini interventi tempestivi. Le due parti, per i profili di rispettiva competenza, rinnovano l’impegno a porre in essere le azioni necessarie per migliorare l’attività di controllo integrato del territorio.


L’accordo è stato firmato martedì 10 luglio dal sindaco di Mantova Mattia Palazzi e dal prefetto Sandro Lombardi. Alla sottoscrizione, avvenuta nella sala consiliare di via Roma, erano presenti anche l’assessore alla Polizia Locale Iacopo Rebecchi, il comandante della Polizia Locale Paolo Perantoni, il vice prefetto Angelo Araldi e il capo di gabinetto della Prefettura Consuelo Cosco.

“Il patto – ha commentato il prefetto Lombardi - ha permesso il miglioramento dei livelli di sicurezza nel capoluogo, attraverso la definizione di linee sinergiche di azione, riguardanti la prevenzione dei reati da realizzare anche tramite forme crescenti di sinergia tra le forze dell’ordine e la polizia locale”. “Sono migliorati i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro e nella vivibilità, con interventi di recupero di aree abbandonate e di vigilanza, oltre che di sostegno verso forme di devianza e marginalità sociale – ha sottolineato il sindaco Palazzi -. Bisogna senz’altro tenere conto degli ottimi risultati soprattutto in termini di collaborazione coordinamento e condivisione delle informazioni, tra tutte le istituzioni coinvolte, soprattutto grazie all’implementazione delle telecamere e del potenziamento dell’illuminazione pubblica nelle zone buie. Per il futuro ci stiamo muovendo al fine di introdurre due novità: droni anticrimine nei nostri cieli e, cani antidroga in dotazione agli agenti del territorio a partire dal secondo semestre del 2019”.

Tra i vari punti, il patto prevede: l’implementazione del sistema di videosorveglianza con tecnologie innovative; sviluppare interventi coordinati per assicurare il controllo del rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro; promuovere ogni utile iniziativa per realizzare la messa in sicurezza delle aree abbandonate (come immobili abbandonati); rafforzare l’azione di sensibilizzazione e vigilanza sulle tossicodipendenze, sull’alcolismo e sul bullismo fra i giovani; concordare, specialmente nel periodo estivo, iniziative che consentano ai cittadini una migliore vivibilità della città con l’intensificazione di controlli; sviluppare forme di cooperazione tra le Istituzioni deputate alla sicurezza, attraverso anche l’istituzione di uno specifico organismo denominato “Cabina di regia”.

Il Comune di Mantova conferma il proprio impegno sul campo della prevenzione sociale, situazionale e comunitaria con l’obiettivo di contribuire a migliorare il livello di sicurezza e di qualità della vita; ad assicurare l’azione di presidio presso i principali istituti scolastici, con particolare riguardo ai plessi delle scuole primarie; a provvedere alla vigilanza dei parchi pubblici cittadini, nonché alla sorveglianza sugli esercizi pubblici e le attività commerciali; ad assicurare la più ampia collaborazione con le Forze dell’Ordine nell’espletamento dei servizi di sicurezza stradale e a segnalare alla Prefettura particolari situazioni di criticità che possano comportare riflessi sulla sicurezza urbana.

Vincenzi, Scaietta e NobisNel decennale dell’iscrizione del sito Mantova e Sabbioneta nella Lista del Patrimonio Mondiale l’Ufficio Unesco Mantova e Sabbioneta ha presentato giovedì 5 luglio alla Madonna della Vittoria alle i tre volumi frutto dello studio sui giardini dei Gonzaga. Uno studio storico rilievo e analisi per il recupero e il restauro realizzato dall’Ufficio Unesco Mantova Sabbioneta finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sul bando della legge 77/2006 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale posti sotto la tutela dell’Unesco, con la collaborazione dell’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani.

E’ stata illustrata la collana di studi a cura dell'Ufficio Mantova e Sabbioneta Patrimonio Mondiale con gli interventi di Alberta Campitelli, Paola Eugenia Falini, Claudia Bonora Previdi, Marida Brignani, Giorgio Grossi e Italo Scaietta. Ad aprire i lavori l’assessore all’Unesco del Comune di Mantova Paola Nobis e il sindaco di Sabbioneta Aldo Vincenzi.

L’idea del progetto, nata già nell’ambito della candidatura del sito Mantova e Sabbioneta in fase di stesura del Piano di Gestione nel 2006, è uno strumento finalizzato ad assicurare, come richiesto dall’Unesco, la conservazione nel tempo dei valori alla base della loro iscrizione per far emergere con particolare rilevanza le eventuali carenze del quadro conoscitivo attualmente disponibile su alcuni dei beni monumentali più rappresentativi del sito tra i quali i giardini gonzagheschi.
Si era evidenziata la mancanza di studi relativi ai giardini nel territorio mantovano in età gonzaghesca e di una letteratura analitica che potessero costituire un riferimento adeguato per l’identificazione dei loro caratteri costitutivi e delle loro permanenze.

Tale ricerca ha individuato e analizzato oltre 100 giardini del territorio storico mantovano di epoca gonzaghesca (ne sono stati censiti 84) e ha approfondito lo studio in particolare sui due esempi di maggiore rilevanza presenti nel sito Unesco: il giardino di Palazzo Giardino a Sabbioneta e i giardini di Palazzo Te a Mantova, entrambi in condizioni di degrado. La situazione critica di questi due giardini, oltre all’indagine conoscitiva dei loro caratteri costitutivi e dello stato di conservazione, ha richiesto con urgenza la redazione di linee guida per gli eventuali progetti di restauro, di recupero e di riqualificazione futuri a partire da un’analisi scientifica e storico-critica approfondita e particolareggiata.

Se la mission di un sito Unesco è quella di conservare e tutelare i valori del patrimonio mondiale riconosciuto, tutti gli elementi che lo compongono hanno la necessità di essere conosciuti ed indagati al fine di valorizzarne le rappresentazioni culturali che concorrono alla loro composizione e pertanto la mancanza di un quadro conoscitivo esaustivo su alcuni dei beni monumentali più rappresentativi quali i giardini gonzagheschi, ha reso necessario intraprendere questo importante studio alla conoscenza, scoperta e analisi dei giardini urbani e suburbani delle due città di Mantova e Sabbioneta e del territorio storico del Ducato dei Gonzaga.

Il progetto, durato circa tre anni in seguito alla scoperta di nuovi e sconosciuti oggetti di studio tramite la ricerca catastale, documentale e archivistica, portato avanti da un gruppo di lavoro composto da storici dell’arte, architetti, studiosi e esperti agronomi, ha previsto per il primo anno lo studio dei giardini gonzagheschi nel territorio storico mantovano e per il secondo e il terzo anno lo studio dei due esempi di maggiore rilevanza: il giardino di Palazzo Giardino a Sabbioneta e i giardini di Palazzo Te a Mantova. Il progetto si è concluso con la pubblicazione di tre monografie (Del Gallo editore) che vengono presentate pubblicamente alla Madonna della Vittoria.

I tre volumi sono: “I Giardini dei Gonzaga. Un atlante per la storia del territorio volume I (a cura di Paola Eugenia Falini, Claudia Bonora Previdi e Marida Brignani); “I giardini di Palazzo Te. Un Progetto Guida per i giardini dell’isola volume II (a cura di Paola Eugenia Falini); infine: “Il giardino de la fontana di Sabbioneta. Un Progetto Guida per il giardino di Palazzo Giardino volume III (a cura di Paola Eugenia Falini).

Partendo dalla raccolta delle diverse informazioni storico-bibliografiche, archivistiche ed iconografiche disponibili, si è potuto fornire l’identificazione di tutti i principali giardini gonzagheschi (circa 100 di cui 84 censiti) all’interno del territorio storico mantovano, e restituirne la storia e i principali caratteri costitutivi.
La fase successiva dello studio ha organizzato in maniera sistematica le informazioni raccolte predisponendo un inventario dei diversi giardini ancor oggi presenti nel territorio mantovano e redigendone una monografia in forma di Atlante (I giardini dei Gonzaga. Un Atlante per la storia del territorio) con schede riportanti per ciascun giardino tutte le fondamentali conoscenze disponibili ed in particolare, oltre alla cartografia ed iconografia esistente, le fonti di riferimento, i caratteri tipologici e lo stato di conservazione.

A questo studio sono seguite le due ricerche particolareggiate, con relative monografie, una sul giardino di Palazzo Giardino a Sabbioneta (Il giardino de la fontana di Sabbioneta. Un Progetto Guida per il giardino di Palazzo Giardino) e l’altra sul complesso dei giardini di Palazzo Te a Mantova (I giardini di Palazzo Te. Un Progetto Guida per i giardini dell’isola) mirate espressamente all’identificazione delle loro rispettive esigenze di intervento.
Le monografie comprendono oltre all’analisi storica anche l’attuale rilievo sia dei complessi edilizi che dei relativi annessi dei giardini, i rilievi fotografici e topografici, le indagini archeologiche e le indagini paleobotaniche (pollini e semi).
Inoltre, sono state effettuate analisi tematiche dello stato attuale relative all’accessibilità, fruibilità e destinazione d’uso esistenti, le analisi delle condizioni statiche e manutentive delle strutture edilizie e delle componenti vegetazionali presenti ed infine è stata effettuata la valutazione dello stato di conservazione di ciascuna componente.

Corredato da un apparato iconografico e fotografico inedito e nuovo realizzato appositamente per questo studio dal fotografo Luigi Briselli e da una corposa bibliografia, sono state quindi tracciate per entrambi i luoghi oggetto di indagine, linee guida di indirizzo per il recupero e la riqualificazione di un patrimonio straordinariamente interessante e al pari del monumentale, testimone e rappresentante dell’identità della cultura gonzaghesca. Nell'occasione l'Ufficio Unesco ha presentato il sito web dedicato ai giardini dei Gonzaga: http://giardinigonzaga.comune.mantova.it/index.php/giardini/

I relatori in aula consiliareUn accordo interprovinciale nel nome dell’acqua, intesa come bene prezioso e risorsa da tutelare. E’ quello firmato martedì 3 luglio in Municipio tra i gestori del servizio idrico integrato di Cremona, Padania Acque, Mantova, Gruppo Tea, e Verona, Acque Veronesi.

A sottoscriverlo sono stati Massimiliano Ghizzi, presidente Gruppo Tea, Paola Briani, consigliere di amministrazione di Acque Veronesi, Claudio Bodini, presidente Padania Acque, i quali erano affiancati dagli assessori Andrea Murari (Mantova) e Barbara Manfredini (Cremona).

Il protocollo è stato denominato “Acque e città della via Postumia Cremona, Mantova e Verona”, per richiamare, già nel nome, la mission e il legame storico che unisce i tre capoluoghi di provincia, percorsi dall’antica Postumia, la via consolare Romana costruita nel 148 a.C. nei territori della Gallia Cisalpina, l’odierna Pianura Padana, per congiungere gli importanti insediamenti di Genova e Aquileia.

Gli obiettivi dell’accordo sono numerosi, primo fra tutti: diffondere il messaggio sull’importanza dell’acqua potabile, distribuita attraverso gli acquedotti, stimolare il suo rispetto e la sua tutela, nonché sostenere l’attività fondamentale della raccolta e della depurazione delle acque reflue e della loro reimmissione nell’ambiente.

Le tre società si daranno il compito di promuovere la conoscenza e la corretta informazione circa le proprietà nutrizionali dell’acqua potabile, alimento sano e sicuro. In poche parole, da bere, con tranquillità. Con tranquillità perché le attività di controllo effettuate sull’acqua potabile sono serrate e costanti e l’acqua del rubinetto può essere bevuta in sicurezza.

Altri obiettivi del protocollo mirano a sostenere una più diffusa coscienza civica, informando i cittadini sul disastroso impatto ambientale causato dall’aumento dei rifiuti, legato soprattutto all’uso delle bottiglie di plastica; promuovere modelli e percorsi per lo sviluppo delle smart cities, al fine di rendere più efficiente l’erogazione di servizi essenziali, quali la fornitura di acqua, gas ed energia elettrica; sviluppare sistemi di comunicazione sempre più efficienti con gli utenti, caratterizzati dalla massima trasparenza sui consumi, sulle procedure di rilevazione e comunque con riguardo ad ogni dato necessario per tutelare il consumatore.
Infine i progetti, in particolare di educazione ambientale, identificati da un comune logo, verranno condivisi per ottimizzare le risorse e dare ancora più profondità alla conoscenza, con un occhio di riguardo all’incentivazione delle economie di scala.

Il presidente di Padania Acque Bodini, ha commentato così l’importante partnership sancita attraverso il Protocollo di intesa: “L’acqua pura e certificata che arriva nelle nostre case è estratta direttamente dalle falde più profonde della Pianura Padana. Padania Acque, Gruppo Tea e Acque Veronesi, tre aziende, tre territori, un percorso comune di valori, una sola acqua pura e di altissima qualità”.

“L’acqua è un dono essenziale, non ha confini, deve essere usata in maniera sostenibile e preservata perché limitata. Noi gestori del servizio idrico – ha aggiunto il presidente Tea Ghizzi - lo sappiamo bene e con questo spirito abbiamo accolto con molto entusiasmo la proposta di mettere per iscritto con i nostri colleghi di Cremona e di Verona i valori che ci uniscono, insieme al comune obiettivo di diffondere, ciascuno sui rispettivi territori di riferimento, una cultura più attenta e rispettosa di questa preziosa risorsa”.

“Un’importante occasione per continuare a diffondere tra i cittadini - ha commentato Briani, consigliere di Acque Veronesi – il valore dell’acqua potabile distribuita attraverso gli acquedotti, stimolandone il rispetto e la tutela; promuovere la conoscenza e la corretta informazione circa le proprietà nutrizionali dell’acqua potabile, alimentare la consapevolezza circa le attività di controllo effettuate, nonché stimolare una coscienza civica rispetto all’ impatto ambientale causato dall’aumento dei rifiuti, legato soprattutto all’uso delle bottiglie di plastica. Acque Veronesi, Padania Acque e Tea hanno quindi deciso di condividere iniziative, progetti educativi ed eventi di comune interesse, anche al fine di incentivare economie di scala”.

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