Otto incontri sulle tecnologie che cambiano la vita
Pubblicato in CulturaPrenderà il via giovedì 8 marzo alle 17 presso sede della Fum in via Scarsellini 2 il primo di otto incontri pubblici dedicati alle tecnologie che cambiano la nostra vita. Gli appuntamenti, che hanno per titolo "M@ntova primavera con il futuro", sono stati promossi da Unimore e dalla Fum con il supporto del Comune di Mantova e di tutti gli altri soci fondatori. Interverrà il professor Michele Colajanni sul tema: “Sicurezza informatica, ancora un appuntamento al buio?”.Il ciclo di seminari aperti al pubblico precede la partenza del corso di laurea in Ingegneria Informatica.
Sono in agenda, dunque, otto occasioni per avvicinarsi a tematiche tecniche in modo semplice e per scoprire come le tecnologie impattano oggi e impatteranno ancora di più in futuro sul nostro lavoro e sulla nostra vita, dalla sicurezza, alla salute, alla mobilità eccetera. Saranno otto occasioni anche per conoscere i futuri docenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia che terranno il corso di laurea.
Il ciclo di incontri che andranno dall’8 marzo all’8 giugno e si terranno in diverse sedi. E’ stato fortemente voluto dal rettore Angelo Andrisano e dall’assessore all’Università e Ricerca del Comune di Mantova Adriana Nepote.
“Con questo progetto di divulgazione, abbiamo preparato un atterraggio morbido della Facoltà di Ingegneria a Mantova – commenta l’assessore Nepote– e trovo molto bello che i professori si siano resi disponibili a illustrare con un linguaggio accessibile e divulgativo tematiche molto complesse, che in qualche modo riguardano tutti i cittadini. Sono certa che questi momenti informali saranno utili ad interessare ancora di più i ragazzi alle nuove tecnologie e ad incoraggiarli ad intraprendere un percorso di studi impegnativo, ma avvincente e promettente. Inoltre, sono convinta che i professori riusciranno anche ad appassionare i non addetti ai lavori e a stringere da subito uno scambio proficuo con i professionisti mantovani”.
“I nostri docenti - osserva Andrisano - avranno la possibilità di presentarsi e di raccontare le proprie tematiche, ma anche la propria passione, ai potenziali studenti, alle loro famiglie e a tutti i cittadini mantovani incuriositi. Questa partenza è significativa del tipo di rapporto che vogliamo costruire con Mantova: non verremo semplicemente a somministrare didattica tecnico-scientifica all’interno delle aule universitarie, ma vogliamo stringere un sodalizio con la città”.
“Fondazione Università di Mantova promuove questo percorso che si rivolge ai cittadini per un avvicinamento a temi di interesse generale e ai nostri ragazzi per comprendere meglio la nuova offerta formativa - evidenzia Paolo Gianolio, presidente di Univermantova -. Sappiamo che tanti giovani sono attratti dal tema e auspichiamo che vorranno intraprendere il corso di studi in ingegneria informatica aprendosi un futuro in campi di grande interesse: dalla sicurezza informatica, alla robotica, alle infinite applicazioni informatiche in campo industriale”.
Ecco il programma.
E’ stata posata la prima pietra per la costruzione del capannone che ospiterà l’impianto di produzione del pellet presso Corte Bassani in strada Cipata 116 a Mantova.
La posa è avvenuta martedì 27 febbraio, nell’ambito del progetto di reindustrializzazione post raffineria Ies, che ha visto impegnato il consorzio di cooperative sociali Sol.Co. Mantova insieme ai partner Ecoval & Co. E Consozio Vivaisti Europei, oltre a diversi partner istituzionali ed imprenditoriali (tra i principali: Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di Mantova, Cgil, Cisl, Uil, Confcooperative e la stessa Ies).
Tra i presenti alla cerimonia il sindaco Mattia Palazzi, il presidente della Provincia Beniamino Morselli, i rappresentanti del mondo politico e o soci della cooperativa. Gianluca Ruberti, presidente della cooperativa Cop 21 e Manuela Righi, presidente di Solco, hanno spiegato i passi che hanno portato all'operazione pellet.
“Si tratta di una mezza rivoluzione per il Comune di Mantova – ha sottolineato il sindaco Palazzi -. Credo che poter produrre pellet, che andrà a dare energia ad altre realtà in maniera eco logica, sostenendo il lavoro di ex dipendenti ies, voglia dire molto per questa città. Inoltre, non bisogna dimenticare che questi lavoratori si sono riuniti in una cooperativa per creare lavoro”.
Il progetto, presentato a seguito della chiusura della storica raffineria cittadina, comprende diverse attività finalizzate al reinserimento lavorativo e sociale, al rilancio imprenditoriale e alla bonifica ambientale di un’area particolarmente significativa per la nostra città. Tra le attività previste, che consentono l’impiego di circa 60 lavoratori fuoriusciti dalla raffineria: produzione di pellet e bonifica tramite phytoremediation, in collaborazione con Ibimet-Cnr di Bologna.
È proprio in questo progetto che sono stati coinvolti, anche a seguito di un percorso formativo dedicato, gli ex lavoratori della raffineria arrivando a costituire una nuova cooperativa sociale Cop21, innovativo esempio di workers buyout, che oggi conta 30 soci lavoratori e sta avviando le attività previste nell’ambito della produzione di pellet.
L’impianto per la produzione del pellet si svilupperà su un’area coperta di circa 4 mila metri quadrati; l’impianto sarà ad alta tecnologia e ad impatto zero, in quanto per l’essicazione si utilizzerà il calore del teleriscaldamento e si potranno così evitare le emissioni da combustione. Si prevede la messa in funzione a pieno regime entro settembre 2018.
Il processo produttivo prevede la coltivazione su 1.200 ettari di biomassa Herbal Crops, diffusa su quasi tutta la provincia di Mantova: la raccolta sarà effettuata nei mese di settembre e ottobre e conservata in varie aree di stoccaggio. Il totale previsto sarà di circa 70 mila tonnellate di biomassa umida che, essicata e trasformata in pellet, sarà disponibile alla vendita sul mercato per un quantitativo di circa 45 mila tonnellate ogni anno. Utilizzando questo particolare tipo di biomassa per la produzione di pellet si potrà evitare l’abbattimento di circa 70 mila alberi da foresta che sarebbero utilizzati per produrre lo stesso quantitativo di combustibile.
Il sito Unesco Mantova-Sabbioneta compie 10 anni
Pubblicato in Cultura2008-2018: sono passati dieci anni dall’inserimento del sito “Mantova e Sabbioneta” nella Lista del Patrimonio Mondiale, e oggi le due città si preparano ad attirare l’attenzione sulle proprie eccellenze culturali e storiche. I valori riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità sono sotto ai nostri occhi ogni giorno ma meritano un momento speciale di sensibilizzazione e racconto: per questo l’Ufficio Mantova e Sabbioneta ha voluto sperimentare, grazie all’evoluzione delle nuove tecnologie e tecniche di narrazione video, una diversa modalità di interpretazione dei beni culturali e architettonici, offrendo al pubblico una innovativa possibilità di percezione del loro fascino e della loro modernità.
Per il decennale, nell’Anno Europeo del Patrimonio, sono previste anche giornate dedicate alle scuole con esposizioni, lavori e manifestazioni curate dai ragazzi di istituti di Mantova e Sabbioneta. Lunedì 26 febbraio nella sede del Comune di Mantova, è stato presentato il programma delle iniziative. Ne hanno parlato l’assessore all’Unesco Paola Nobis, il sindaco di Sabbioneta Ado Vincenzi, la dirigente del Comune di Mantova Irma Pagliari, Monica Bedini dell’ufficio Unesco ed Enrica Provasi di Pantacon.
UN DOPPIO EVENTO “VISUAL” A MANTOVA E SABBIONETA
Momento centrale del progetto sarà un grande e doppio “evento visual” dedicato al patrimonio culturale, nelle serate del 25 agosto a Mantova e dell’8 settembre 2018 a Sabbioneta, con momenti spettacolari di videomapping nelle piazze dei due centri storici. L’idea, nata da una felice intuizione del celebre musicista Carlo Cialdo Capelli e subito sposata da Pantacon e dalle sue cooperative, che coordinano l’organizzazione dell’evento, vuole proporre al pubblico un nuovo modo di vivere i centri storici di Mantova e Sabbioneta, grazie alle potenzialità offerte dalle tecnologie più innovative dei new media e della realtà aumentata. Gli spettatori avranno la possibilità di vivere un’esperienza affascinante e completamente nuova, e potranno avvicinarsi alle grandi potenzialità espressive che il digitale offre in termini di spettacolarizzazione e fruizione del Patrimonio.
LA CALL FOR IDEAS PER I CREATIVI DEL VIDEO E UN WORKSHOP GRATUITO PER IMPARARE
Il progetto propone anche uno spazio d’incontro e un’occasione di visibilità per artisti emergenti e appassionati del video che, attraverso un’apposita Call for Ideas, avranno la possibilità di essere selezionati per presentare, nel corso della manifestazione, le proprie installazioni multimediali presso alcuni monumenti storici e architettonici delle due città. Accanto a queste azioni è proposto un workshop gratuito e aperto a tutti coloro che vogliano cimentarsi nella creazione video, che si terrà ad aprile in due weekend. Le iscrizioni alla call sono aperte fino al 15 giugno, la consegna dei lavori entro il 30 giugno.
I beni del Patrimonio Mondiale saranno così investiti di un nuovo senso, trasformati in laboratorio ideale di sperimentazione, condivisione e ibridazione di esperienze differenti, dando vita ad un evento diffuso vettore di nuove sinergie multi-disciplinari tra immagine, musica, suono, arte digitale ed interattiva, audio-visual mapping e architettura effimera. Un appuntamento che riunirà artisti e talenti emergenti all’interno di una esposizione-performance aperta al grande pubblico, con l’obiettivo di produrre una contaminazione tra diverse forme artistiche ed un dialogo tra queste e le affascinanti sedi storiche di Mantova e Sabbioneta.
Le visual performance realizzate da Pantacon verranno proiettate sui monumenti e palazzi storici delle città di Mantova e Sabbioneta a Mantova, sabato 25 agosto alle Pescherie di Giulio Romano e in Piazza Castello, mentre sabato 8 settembre a Sabbioneta a Palazzo Ducale. I 10 video selezionati attraverso la Call for Ideas saranno invece proiettati all’interno di alcuni dei monumenti più rappresentativi. A Mantova il 25 e in replica il 26 agosto alla Rotonda di San Lorenzo, a Palazzo Te, a Casa della Beata Osanna Andreasi, in Santa Maria della Vittoria e nel Tempio di San Sebastiano. A Sabbioneta appuntamento l’ 8 settembre nel Teatro all’Antica e a Palazzo Ducale.
I TEMI
Le installazioni verteranno sul concetto di città rinascimentale come prodotto di un pensiero che ha influenzato la pianificazione urbanistica delle città, sul legame particolare tra le città di Mantova e Sabbioneta con l’acqua, e sul concetto di presa in cura del Patrimonio da parte della collettività.
A Mantova la città è frutto di trasformazioni che hanno modificato il precedente assetto urbanistico e forgiato il volto nuovo della città rinascimentale, così come oggi la conosciamo. Tali interventi raccontano un percorso complesso di progettazione urbanistica teso a ridefinire il significato degli spazi come suggerito dalle nuove teorie sulla costruzione della città. Al contrario, Sabbioneta nasce come città di nuova fondazione, basata su un progetto unico e coerente, che unisce i temi della città ideale con le esigenze di difesa del nucleo cittadino, portando alla realizzazione, nel corso di circa 50 anni, di una città murata praticamente impenetrabile, arrivata ai nostri giorni quasi completamente intatta.
I CONVEGNI
Ha preso il via il percorso di confronto per uno sviluppo consapevole del sito Mantova-Sabbioneta Patrimonio Mondiale Unesco a 10 anni della iscrizione nell’elenco Unesco. La prima tappa è stata martedì 13 marzo alla Sala degli Stemmi di Palazzo Soardi con il convegno “Sito Unesco e sistema ambientale”. I lavori sono stati introdotti dall’assessore all’Unesco del Comune di Mantova Paola Nobis. “Per mantenere l’iscrizione – ha sottolineato l’assessore Nobis - è necessario aggiornare il piano di gestione per garantire nel tempo la tutela e la conservazione del patrimonio. L’aggiornamento richiede un confronto continuo con gli attori che operano sul territorio ed è quello che stiamo facendo con le giornate le tre giornate di studio che stiamo inaugurando”. L’assessore Nobis ha ricordato tre progetti che riguardano la promozione del sito di Mantova e Sabbioneta: la pista ciclabile attrezzata che collega i due Comuni, lo studio sui giardini dei Gonzaga e il piano urbano del traffico in via di definizione.
Quindi il convegno è proseguito con gli interventi di Paola Falini, Erika Lazzarino, Andrea Murari, Adriana Nepote, Francesco Musco, Manuela Pedroni, Sandro Bellini, Gloria De Vincenzi e Giusy Botti. Nel pomeriggio si è tenuto il focus group rivolto agli operatori del settore. Alla Sala degli Stemmi, sempre a partire dalla 9,30 sono in programma altre due giornate di studio giovedì 15 marzo sul tema “Sito Unesco e filiera del valore”. Dopo i saluti dell’assessore Nobis e del sindaco di Sabbioneta Aldo Vincenzi, parleranno il direttore scientifico del progetto Falini, Erika Lazzarino, Francesca Riccio, Gabriele Barucca, Giuseppe Costa, Monica Abbiati, Cristina Mottironi, Cecilia Fumagalli, Andrea Poltronieri, Maria Giulia Longhini e Giovanna Barni. L’ultima giornata è in programma giovedì 12 aprile per approfondire il tema del sistema di gestione del sito Unesco.
Conservare il patrimonio per consegnarlo preservato alle nuove generazioni. Con questo spirito sono proseguite le giornate di studio sullo sviluppo consapevole del sito Mantova-Sabbioneta Patrimonio Mondiale a 10 anni della iscrizione nell’elenco Unesco. “Sito Unesco e filiera del valore” era il titolo del convegno che si è tenuto giovedì 15 marzo alla Sala degli Stemmi in via Frattini. I lavori sono stati aperti con i saluti dell’assessore Paola Nobis che ha evidenziato il lavoro che è stato messo in campo sul fronte della didattica nelle scuole e per educare i cittadini al rispetto dei beni culturali. “Il restauro delle colonne e del percorso dei portici va in questa direzione – ha osservato – e il recupero delle Pescherie hanno il significato preciso di valorizzare il sito Unesco”. Durante la giornata sono intervenuti anche il direttore scientifico del progetto Paola Falini, Erika Lazzarino, Francesca Riccio, Gabriele Barucca, Giuseppe Costa, Monica Abbiati, Cristina Mottironi, Cecilia Fumagalli, Andrea Poltronieri, Maria Giulia Longhini e Giovanna Barni. L’ultima giornata è in programma giovedì 12 aprile. Sarà sotto i riflettori il tema del sistema di gestione del sito Unesco. Il primo convegno si è tenuto martedì scorso ed ha approfondito l’aspetto ambientale.
Informazioni sugli eventi del decennale Mantova e Sabbioneta 2008-2018:
Ufficio Mantova e Sabbioneta Patrimonio Mondiale UNESCO
c/o Comune di Mantova, via Frattini, 60 – Mantova
tel. +39 0376 338649-677-676
c/o Comune di Sabbioneta, via Accademia, 6 – Sabbioneta (MN)
tel. +39 0375 52085
web e social:
www.mantovasabbioneta-unesco.it
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Instagram:Mantova_e_sabbioneta_unesco
Twitter: @UnescoMNSabb
Youtube: Mantova e Sabbioneta Patrimonio Mondiale
E’ stato inaugurato sabato 24 febbraio in piazza Unione Europea a Lunetta il nuovo chiosco che sarà gestito da Aspef. Al taglio del nastro sono intervenuti il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, l’assessore ai Lavori Pubblici Nicola Martinelli e il presidente dell’Aspef Vinicio Fiorani. Alla cerimonia erano presenti anche il vice sindaco Giovanni Buvoli, l’assessore al Welfare Andrea Caprini e la consigliere comunale Paola Cortese. In piazza anche i volontari delle associazioni che operano nel quartiere e gli abitanti, mentre la Banda Città di Mantova ha proposto il suo repertorio musicale ed ha animato la piazza nella quale era presente il mercato.
“Il chiosco è una presenza fondamentale nella nuova area, insieme al mercato ai giochi per i bambini e alla zona dedicata alle feste – ha evidenziato Palazzi -. Si tratta di un luogo di svago, di divertimento e di ritrovo che qualifica l’intero quartiere e soprattutto offre uno spazio in più per le nuove generazioni. Possiamo contare su un’area ben illuminata e videosorvegliata che potrà essere utilizzata in piena sicurezza. Con l’apertura del chiosco avremo un punto di richiamo che avrà sicuramente il gradimento dei cittadini”.
Grazie al Comune di Mantova e al lavoro degli uffici che hanno seguito negli anni il Contratto di Quartiere, sono stati realizzati l’area mercato, il chiosco bar, la cabina elettrica e una zona riservata alle feste attrezzata con19 stalli a cui è possibile aggiungerne altri 3. Ogni stallo è dotato di allacciamenti elettrici. Sono stati, inoltre, realizzati punti di prelievo per l’acqua con la possibilità di creare gli allacciamenti.
E’ stata sistemata l’area verde, predisposto l’impianto di irrigazione, l’area giochi e di arredo urbano, le rampe e i collegamenti ai marciapiedi. I lavori erano iniziati nel 2015 e sono terminati due anni dopo. La piazza ha una superficie di 16mila metri quadrati e l’intera opera è costata 855mila euro.
Il chiosco, gestito da Aspef attraverso la Cooperativa Alce Nero, sorge su una superficie di 150 metri quadri quadrati. E’ completamente arredato. All’ interno si trovano 5 bagni, 2 saranno accessibili direttamente dall’esterno. Davanti al chiosco è stata realizzata una pavimentazione in masselli autobloccanti. E’ stato predisposto un rubinetto idrico e un allaccio elettrico in previsione del futuro utilizzo esterno.
Il chiosco è stato interamente realizzato con una struttura in legno ed è completo di finiture, serramenti ed impianti autonomi (elettrico, idrico, riscaldamento, condizionamento, tv e pannelli fotovoltaici). Anche la scelta del colore verde chiaro è in sintonia con il progetto Street Art di rigenerazione urbana.
E’ aperto dalle 7 alle 15 il sabato, giorno del mercato, e negli altri giorni dalle 12 alle 16. L’orario è provvisorio e riguarderà solo il periodo invernale. In primavera l’orario verrà ampliato. D’estate funzionerà anche come gelateria.
La giunta Palazzi ha approvato, nella seduta di giovedì 22 febbraio, la trasformazione dell’associazione “Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te” in Fondazione di Partecipazione e il suo nuovo relativo Statuto. Tale progetto prevede, dunque, la creazione di una fondazione, destinata a riunire in un solo organismo il Museo e il Centro Te. Ora la pratica passerà in consiglio comunale per l’ok definitivo
Il nuovo assetto nasce dalla volontà dell’Amministrazione che ha posto tra i propri obiettivi strategici la riorganizzazione, lo sviluppo e la promozione del sistema museale e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico del Comune di Mantova, individuando come obiettivo operativo il rilancio del Centro Internazionale di Palazzo Te e la definizione di una nuova forma di gestione dei musei civici per rilanciarne il ruolo di luoghi di conservazione e condivisione del patrimonio storico – artistico, di spazi di ricerca, di centri di produzione e sperimentazione. E così, a seguito di una analisi e verifica delle attuali potenzialità e criticità del complesso museale, la forma giuridica ritenuta più idonea per il migliore perseguimento delle finalità è risultata essere quella della Fondazione di Partecipazione, soggetto giuridico la cui struttura consente di garantire la gestione organica sia dei processi di conservazione sia delle attività di valorizzazione del Palazzo, esaltandone tutte le potenzialità e sviluppando al contempo dinamiche in grado di incrementare la collaborazione di soggetti privati.
La Fondazione di Partecipazione rappresenta l’istituto giuridico più idoneo per il raggiungimento degli scopi prefissati dall’Amministrazione in quanto, a differenza delle fondazioni di stampo tradizionale, è aperta alla partecipazione di più soggetti giuridici, pubblici o privati, che possono entrare anche in un momento successivo a quello della sua istituzione, e utilizza un patrimonio costituito solo in piccola parte dall'iniziale conferimento, ed in misura assai maggiore da apporti successivi dei soci.
Si pone fra la fondazione e l’associazione, consentendo quindi la convergenza di iniziative pubbliche e private, ricollegandosi all'idea del partenariato pubblico-privato per il perseguimento di fini di utilità sociale. Ha in comune con la fondazione tradizionale lo scopo non lucrativo ed il patrimonio destinato al raggiungimento di un obiettivo predefinito ed invariabile che viene fissato negli atti fondamentali. Inoltre, si distingue dalla fondazione tradizionale in quanto il fondatore partecipa attivamente alla vita stessa della fondazione.
La Fondazione di Partecipazione per le sue caratteristiche, poi, è in grado di fondere in maniera ponderata le esigenze di supervisione e controllo degli enti pubblici locali e le necessità di efficienza, efficacia ed economicità della gestione sociale e pertanto risulta essere il modello organizzativo più idoneo per la valorizzazione e gestione dei beni mobili e immobili di proprietà del Comune di Mantova costituenti il complesso museale denominato Palazzo Te. Il Comune di Mantova assumerà la qualifica di Membro Fondatore Promotore.
“È un passaggio molto importante – ha commentato il sindaco Mattia Palazzi - perché la creazione di un solo ente che si occupasse sia della conservazione che della valorizzazione del palazzo era sul tavolo da molti anni. Non si tratta solo di un cambiamento formale: è un investimento sulla governance culturale della città, facendo della fondazione un luogo di produzione culturale a 360 gradi. Il punto qualificante è che il Te non sarà, come avvenne in passato, un contenitore che si affitta, si realizzeranno esposizioni realizzate appositamente per Mantova e da Mantova. Un esempio sarà la mostra autunnale su Tiziano e Richter, poi ci sarà Giulio Romano”.
Ed ha aggiunto: “Una scelta ben precisa sarà anche quella di mantenere la volontà di apertura nei confronti della città. Gli incassi dei biglietti finiranno interamente al nuovo organismo che assumerà ¡ costi di gestione e avrà capacità di investimento della capitale della cultura sono stati sviluppati progetti in collegamento con altre arti con eventi che hanno abbracciato tante realtà cittadine. L'eliminazione della distinzione tra palazzo e Centro Te punta anche a proseguire sulla strada della modernizzazione dei servizi: gli interventi su bar, bookshop e Fruttiere prevedono un investimento di 2,5 milioni di euro, mentre il restauro delle facciate ha visto una spesa di 500mila euro”.
In sostanza, ha concluso il sindaco, l'attività di conservazione sarà abbinata a quella di valorizzazione. “Un punto fondamentale è quello delle risorse – prosegue -. Fino a questo momento il Comune di Mantova assicurava la copertura delle spese di manutenzione, incamerando i due terzi degli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti. La fondazione, invece, avrà una propria capacità di investimento, trattenendo l'intero ricavato da biglietti, assumendosi i costi di gestione del palazzo. Il Comune parteciperà quindi solo alle operazioni culturali legate al palazzo. Come si vede, non è un cambiamento solo formale”.
Dal prossimo anno accademico 2018/2019 farà il suo esordio nella Città dei Gonzaga il corso di laurea di primo livello (triennale) in Ingegneria Informatica organizzato in collaborazione con Unimore.
L’iniziativa didattica vede la luce grazie alla collaborazione instaurata tra l'Ateneo di Modena e Reggio Emilia e la Fondazione Università di Mantova (Fum) e attende solanto il parere favorevole definitivo del Miur a cui è stata inviata la richiesta di attivazione dopo il via libera degli Organi Accademici di Unimore (Senato e Consiglio di Amministrazione) e del Comitato di Coordinamento Regionale dell’Emilia Romagna del 17 gennaio scorso.
Unimore ha presentato un progetto ben strutturato, secondo la sua tradizione che la vede figurare al primo posto delle classifiche del Censis nel settore dell'Ingegneria. Inoltre le numerose collaborazioni industriali, oggi attive nei dipartimenti tecnico-scientifici hanno consentito di assicurare la desiderata concretezza nei contenuti del corso e facilitare quindi un suo futuro radicamento della iniziativa nel territorio mantovano. Ciò potrà dar vita anche ad attività di ricerca industriale e a progetti di trasferimento tecnologico, nonché a future costituzioni di spin-off accademici.
Sarà un corso di laurea che guarderà alle tematiche dell’industria 4.0 e avrà quindi caratteristiche decisamente innovative rispetto alle proposte presenti nel panorama nazionale in questo settore.
Il nuovo corso innesta infatti, in un percorso tradizionale di ingegneria, aspetti applicativi inerenti la progettazione di impianti e prodotti industriali evoluti, connessi in rete, e rispondenti ai requisiti di sicurezza informatica, sin dalla prima fase di progettazione. Tale laurea intende, dunque, rispondere alle richieste che provengono da tutte le imprese del territorio mantovano e lombardo in genere: i neo-laureati non incontreranno quindi difficoltà nel successivo collocamento.
Il progetto complessivo nasce infatti da una attenta ricognizione delle esigenze espresse da un territorio, che già nell’anno accademico 2015/2016, si calcola avesse circa 240 studenti iscritti ai corsi di laurea triennale in Ingegneria Informatica, erogati da altri atenei.
“Per il futuro della città servono i giovani – afferma il sindaco Mattia Palazzi -. Per generare nuove opportunità di lavoro occorre sostenere l’innovazione e l’internazionalizzazione delle imprese. Entrambi gli obiettivi hanno bisogno di ricerca e di formare nuove competenze. Ecco perché siamo felicissimi del via libera dell’Università di Modena e di Reggio Emilia sul nuovo corso di laurea in Ingegneria informatica, da attivare a Mantova, già da settembre. Sarà un corso innovativo, unico nel panorama nazionale, che guarda al futuro dell’Industria 4.0 e degli ambienti smart, dove le città, i veicoli, le persone e gli stessi prodotti industriali saranno dotati di dispositivi intelligenti, in grado di comunicare con piattaforme informatiche evolute. Per Mantova è un cambiamento straordinario e strategico. Un nuovo successo per la nostra città, frutto di un lavoro di squadra vincente”.
“L’Università di Modena e Reggio Emilia - sottolinea il rettore Angelo Andrisano - ha risposto con grande tempestività all’invito della Fondazione Università di Mantova di attivare un corso triennale di Ingegneria Informatica perché ha ritenuto molto prestigioso poter essere presente in una città e in un territorio che ha messo a disposizione della didattica strutture moderne e funzionali e ha dimostrato di voler collaborare in futuro sulla attivazione di laboratori di ricerca finalizzati a radicare la presenza di gruppi di lavoro di docenti, ricercatori universitari e tecnici di azienda. Ci sarà il massimo impegno di tutto l’Ateneo affinché il progetto si possa realizzare con la massima efficienza”.
“E’ una laurea con aspetti innovativi rispetto all'offerta delle facoltà limitrofe, e anche per il panorama nazionale – dice il presidente della Fum Paolo Gianolio -. I due pilastri su cui abbiamo costruito l'offerta formativa, informatica ed industria, si integrano tra loro. Si aggiungono competenze informatiche come internet of things che verranno accostate ad altri saperi industriali (design, sistemi energetici e logistica) ed economico-giurisprudenziali (gestione aziendale, diritto industriale, privacy). L'attività di apprendimento verrà sviluppata sia con le lezioni sia attraverso laboratori e progetti di gruppo, E’ previsto anche un tirocinio obbligatorio in azienda”.
Il professor Michele Colajanni del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” sottolinea che “le riflessioni emerse dalle consultazioni con le parti interessate di Mantova hanno consentito di progettare un corso di laurea innovativo su scala nazionale. Le competenze più moderne dell’ingegneria informatica sul software, Internet, sistemi cloud, intelligenza artificiale e IoT, sono arricchite da conoscenze sullo smart manufacturing, Industria 4.0, robotica. Il Corso di Laurea di Mantova prevede, inoltre, metodologie di insegnamento orientate al problem-solving e al learn-by-doing con molte ore dedicate alle esercitazioni e ai laboratori. In tal modo, i laureati saranno in grado sia di essere inseriti immediatamente nel mondo del lavoro sia di approfondire le competenze acquisite in lauree magistrali di diversa estrazione”.
“Il corso – commenta il professor Marko Bertogna del Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche di Unimore - esprime un ottimo compromesso di formazione tra le discipline informatiche e industriali. L’auspicio è che la qualità della didattica consenta di raggiungere in tempo breve un numero di iscrizioni tali da fornire un numero di laureati sufficiente a soddisfare la forte richiesta di posti di lavoro del territorio”.
Oltre ad attivare un servizio di orientamento e tutorato in itinere, finalizzato a diffondere informazioni utili sull’offerta di altri insegnamenti a scelta libera e di creare piani di studio personalizzati, il corso promuoverà metodologie didattiche innovative (team-based learning, project-based learning) al fine di promuovere le competenze trasversali nella formazione degli studenti. Il corpo docente sarà costituito da 5 professori e 4 ricercatori provenienti dai dipartimenti di Ingegneria “Enzo Ferrari, di Scienze e Metodi dell’Ingegneria, e di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche.
Un Comitato di indirizzo del corso, in via di definizione, composto da docenti e rappresentanti della Fondazione Università di Mantova, delle aziende del territorio e degli istituti superiori della provincia, avrà il compito fondamentale di monitorare e aggiornare l’offerta formativa.
“I docenti selezionati da Unimore per costruire un efficacie percorso didattico - aggiunge il professor Massimo Milani del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria - hanno ricevuto dagli Organi Accademici il mandato a sviluppare la presenza fattiva dell’Ateneo sul territorio, e saranno disponibili fin da subito per costruire percorsi di collaborazione con enti, Istituzioni e realtà Industriali mantovane. In questo modo, quindi, Unimore desidera mettere a disposizione sia la propria capacità di sviluppare rapporti collaborativi fondati sulla ricerca applicata ed il trasferimento tecnologico, che la propria naturale inclinazione a produrre conoscenza anche attraverso il lavoro sinergico con il tessuto produttivo”.
A partire dalla primavera 2018, infine, i docenti del nuovo corso di laurea organizzeranno incontri e seminari aperti alla cittadinanza, sul presente e sul futuro dell’informatica e delle materie industriali nel contesto di una società 4.0.
Il 23 maggio sarà firmato un accordo tra la città di Mantova e il Tirolo per valorizzare un percorso culturale che ruoterà attorno all’eroe Andreas Hofer che fu processato a Palazzo D’Arco e fucilato il 20 febbraio 1810 a Porta Giulia. Saranno potenziati il museo e il giardino, ma gli interventi riguarderanno anche la riqualificazione della piazza, delle piste ciclopedonale, del quartiere e del parco.
Il progetto è stato presentato lunedì 19 febbraio nella sala consiliare di via Roma. Sono intervenuti il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, il presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti e il direttore di Palazzo Ducale Peter Assmann. La nutrita delegazione tirolese era guidata dal presidente della Dieta del Tirolo Herwig Van Staa, mentre era presente tra gli altri il presidente della Associazione Porta Giulia Hofer Paolo Predella. Tirolo-Euregio era rappresentato dal suo segretario generale Christoph Van Ach che ha spiegato la disponibilità a sostenere le iniziative a favore di Hofer. “Il progetto – ha sottolineato Asmann – è il frutto della collaborazione di tanti soggetti che si sono messi insieme per far decollare gli interventi previsti. La novità è rappresentata dalla disponibilità tirolese a cofinanziare il progetto”.
“Non si tratta solo di un museo – ha continuato Palazzi-. Il progetto interessa tutto il quartiere, le aree urbane e verdi e i collegamenti viari. Diventerà un luogo d’integrazione in un’ottica europea”.
Il progetto potrà contare su un badget di 200mila euro che si baserà in parte sui finanziamenti tirolesi e in parte sui contributi di enti e associazioni mantovane. A Cittadella arriverà anche una preziosa collezione di cimeli hoferiani, che verranno esposti nella futura stazione museale di Porta Giulia.
Il consiglio comunale ha revocavo la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini definendolo, con la mozione approvata a maggioranza lunedì 12 febbraio dai partiti di centrosinistra, dittatore e liberticida. A favore della mozione hanno votato in 17 consiglieri, con due assenze con due non voto da parte del presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti e del consigliere Luigi Rosignoli.
Sono servite tre ore di discussione per arrivare all'approvazione della mozione con dieci no dell'opposizione di centrodestra, dei Cinque Stelle, dei consiglieri Luca De Marchi (Gruppo Misto) e Alberto Grandi (Civici). Il sindaco Mattia Palazzi, intervenendo in aula, ha espresso la legittimità delle posizioni diverse. “Il voto qui – ha detto - non determinerà gli amici e i nemici di Mussolini. Noi non vogliamo cancellare la storia, ma solo ragionare se la cittadinanza a Mussolini oggi rientri o meno nei valori che questo consiglio e questa città intendono celebrare”.
Nel centenario della scomparsa del pittore mantovano Domenico Pesenti, artista di statura europea presente in molti e prestigiosi musei, Palazzo Te omaggia “il padre della pittura mantovana del Novecento” con l’esposizione di un piccolo e prezioso nucleo di opere provenienti dalla propria collezione in deposito, emblematiche del suo magistero pittorico colto ed elegante.
La rassegna, curata da Stefano Benetti, Augusto Morari e Daniela Sogliani, si qualifica come occasione unica per poter ammirare alcuni capolavori del Maestro non esposti al pubblico da oltre quindici anni.
Le opere esibite, corredate da documenti e foto d’archivio, presentate con un allestimento inedito su cavalletto, ci restituiscono alcuni momenti significativi della vita artistica di Domenico e il suo essere pittore, e i temi pittorici a lui più cari: gli autoritratti, i ritratti, gli interni di chiese, i paesaggi, il suo legame mai venuto meno con la realtà contadina di Medole e la città di Mantova.
“Sono opere, quelle selezionate per Palazzo Te - spiega Stefano Benetti, direttore dei Musei Civici di Mantova e curatore dell’esposizione - che testimoniano il suo talento e le ragioni della sua fama. Significativa in tal senso la bella tela Paesaggio di montagna, del 1907 circa, densa di poesia, riprodotta come immagine-manifesto del cartoncino, anch’esso esposto, che comunica la grande mostra retrospettiva dell’autorevolissimo critico d’arte Enrico Somarè, tenutasi a Milano nel 1933 alla Galleria d’Arte”.
L’omaggio allestito nelle Sale napoleoniche è stato ideato in occasione della mostra dedicata a Domenico Pesenti al Museo Diocesano “Francesco Gonzaga” di Mantova , dove è esposto un corpus importante di opere, tra cui quattordici tele del Fondo Pesenti custodite nei depositi di Palazzo Te.
Il Fondo Nodari Pesenti è formato da opere di Domenico e del nipote Vindizio e si compone di circa centocinquanta dipinti (oltre sessanti disegni, una cinquantina di sculture e documenti). Appartengono a Domenico Pesenti circa settanta pezzi tra oli, tempere e pastelli; di cui cinquanta disegni e un nutrito fondo archivistico e fotografico che documenta la sua vita artistica.
Il Fondo offre uno spaccato di grande fascino e sicuro interesse sulla cultura figurativa italiana e mantovana che va dal secondo Ottocento sino a metà del secolo successivo. Non a caso i due artisti esposero con grande fortuna di critica e di pubblico a molte delle principali mostre d’arte contemporanea del periodo. Va inoltre rilevata l’importanza del fatto che il Fondo costituisce in assoluto il più considerevole corpus esistente dei due artisti.
“Siamo molto felici - commenta Stefano Baia Curioni, presidente del Centro di Palazzo Te - di poter dedicare un omaggio all’artista mantovano Domenico Pesenti, occasione importante di collaborazione con altre istituzioni culturali della città. La proficua sinergia tra Palazzo Te e il Museo diocesano Francesco Gonzaga ha condotto alla concretizzazione di un progetto espositivo che restituisce al visitatore una visione più completa e aggiornata del percorso artistico del Maestro”.
L’opera artistica di Domenico Pesenti e la ricchezza della sua produzione saranno approfondite nel corso delle visite esclusive dei depositi di Palazzo Te in programma nel periodo di mostra. Le visite, organizzate in collaborazione con gli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, sono dedicate alla scoperta dei capolavori del pittore mantovano di norma non fruibili al pubblico.
L’esposizione "Omaggio a Domenico Pesenti. Il padre della pittura mantovana del Novecento" è prodotta e realizzata dal Comune di Mantova con i Musei Civici e dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, in collaborazione con il Museo Diocesano “Francesco Gonzaga” e gli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani.
La mostra è aperta a Palazzo Te dall'11 febbraio al 13 maggio 2018 il lunedì 13 – 18.30, da martedì a domenica 9 – 18.30 (ultimo ingresso 17.30). Dal 25 marzo: lunedì 13 – 19.30 da martedì a domenica 9 – 19.30. (ultimo ingresso 18.30).
Biglietteria T +39 0376 323266
Le vittime delle foibe sono state rievocate anche a Mantova sabato 10 febbraio nel Giorno del Ricordo istituito in Italia nel 2004 per conservare e rinnovare la memoria di questa tragedia che ha interessato almeno 10mila italiani e ha riguardato anche l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra nella più complessa vicenda del confine orientale.
Nella prima mattinata è stata deposta una ghirlanda nei giardini dedicati alle vittime delle foibe nei presso del Castello di San Giorgio. Alla commemorazione hanno partecipato il prefetto Sandro Lombardi, il sindaco Mattia Palazzi, il presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti, il presidente della Provincia Beniamino Morselli, le autorità e i rappresentanti delle associazioni degli esuli italiani provenienti dall’Istria, dalla Dalmazia e da Fiume.
Più tardi all’Auditorium del Conservatorio Campiani, in via Conciliazione 33, si è tenuta la cerimonia commemorativa con il sindaco Palazzi, il presidente Morselli e il presidente del consiglio comunale Allegretti. Il professor Andrea Di Michele, davanti ad un pubblico formato dai consiglieri comunali e provinciali, dalle autorità cittadine, degli esponenti delle associazioni dei profughi e dagli studenti dell’Istituto Bonomi-Mazzolari, ha tenuto la prolusione dal titolo: “Il confine orientale nella storia europea del Novecento”.
Di Michele, docente della Libera Università di Bolzano e autore di ricerche sul campo e numerose pubblicazioni storiche, ha analizzato i fenomeni delle foibe e dell’esodo inquadrandoli in un contesto europeo carico di tensioni e di violenze che ebbero il loro culmine tra il 1943 e il 1945, alla fine della Grande Guerra, e che ebbero ripercussioni anche negli anni successivi con l’espulsione di almeno 250mila italiani dalla Jugoslavia di Tito.
Secondo il presidente della Provincia Morselli questi fatti sono stati dimenticati dai libri di storia utilizzati nelle scuole. “Occorre colmare questa lacuna – ha sottolineato – perché i giovani devono sapere quello che è successo per non ripetere gli errori del passato”. “Come rispondere a drammi come questi – si è chiesto il sindaco Palazzi -? La risposta va ricercata nella necessità di costruire un’Europa fondata sulla convivenza tra i popoli, nel recupero dei valori della solidarietà e della tolleranza. Il populismo e la paura dell’altro ci portano nella direzione opposta”.