Proprietà pubblica, Museo della città e Casa del Mantegna
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Foto Luigi Briselli
Percorrendo Largo XXIV Maggio e via Acerbi dal Palazzo di San Sebastiano alla Casa del Mantegna si costeggia quello che fu il grande e splendido giardino della residenza di Francesco II e Isabella d'Este, esteso circa fino a via Gioppi. Oggi al suo posto si trovano il viale delle Rimembranze e delle case sorte intorno agli anni '30 del '900, ma nascosti alla vista di chi percorre quelle strade restano due piccoli appezzamenti che lo ricordano: lo spazio connesso al Palazzo di San Sebastiano, disegnato in parte a cortile e in parte a prato all'inglese, nell'ambito del progetto di recupero del complesso, e il giardino della Casa del Mantegna. Quest'ultimo terreno, già giardino della casa di Mantegna, a partire dal 1502 era entrato a far parte, insieme alla casa, del complesso di San Sebastiano. Nel 1940, quando si decise di far riemergere la casa di Mantegna dagli edifici che l'avevano inglobata, si decise anche di salvaguardare quello spazio e di farne un giardino all'italiana il cui disegno fosse un omaggio al grande pittore. Il giardino fu realizzato tra il 1940 e il 1944, ma già nel 1957 se ne abbandonava la manutenzione, così del disegno che lo caratterizzava non resta che qualche traccia, sufficiente però a ricordarne la conformazione. Si possono vedere due file di tassi che sul fondo, disponendosi a semicerchio, alludono a quella che in origine, grazie alla potatura, era un'esedra conformata ad archi, e sulla destra ciò che resta di un doppio filare di carpini disposto a delimitare il percorso che collega gli accessi al giardino da via Acerbi e da via Gioppi. Nulla resta invece delle aiuole fiorite che scandivano il terreno tra le due file di tassi, oggi a prato. Il piccolo giardino all'italiana che completa la facciata del Palazzo di San Sebastiano su viale del Risorgimento è stato realizzato nel 2009, su un'area che non faceva parte del giardino storico, del quale poco si sa e nulla rimane. Probabilmente si era già perduto quando nel 1772, entrato a far parte della proprietà Lanzoni, fu destinato a orto e frutteto, per diventare poi negli anni '70 dell''800, come tutta la proprietà di cui ormai faceva parte, l'orto sperimentale della Scuola di Agraria e rimanere tale fino agli anni '30 del '900.
(tratto da C. Bonora Previdi, L. Giacomini, Il giardino di Palazzo di San Sebastiano o della Pusterla, in I giardini dei Gonzaga 2018, pp. 335-345)