Proprietà privata, accessibile su richiesta
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Foto Claudia Bonora Previdi
Ai margini dell’antico quartiere di San Leonardo, zona che ancora oggi conserva un carattere di aristocratico isolamento, accanto alla maestosa e solenne facciata di Palazzo Cavriani, sorprende l'altrettanto imponente prospetto della sede degli Istituti Geriatrici monsignor Arrigo Mazzali. Allo sguardo di un attento osservatore, la facciata rivela ancora lacerti pittorici a motivi geometrici e più in generale il palazzo conserva i caratteri dell'antico impianto a U, in origine sviluppato attorno a un elegante cortile loggiato e collegato a un ampio giardino interno, «la cui bellezza io già scriver non oso» affermava nel 1586 Raffaello Toscano, caratterizzato dalla presenza di una peschiera, elemento che ebbe un ruolo fondamentale nella storia dell'intero complesso, e probabilmente, secondo il gusto e la moda del tempo, da un disegno geometrico con una ripartizione delle aiuole completata, oltre che da fiori, alberi e siepi, da numerosi vasi in pietra grandi e piccoli di limoni, anaranzi, cedri, giazzomini di spagna e garofali.
Di origine bonacolsiana il palazzo, noto come Casa Gonzaga o dell'Abate, entrò a far parte del patrimonio dei Gonzaga di Mantova per poi passare, all'inizio del Seicento, ai Gonzaga di Luzzara che ne mantennero la proprietà per circa due secoli, fino a quando nel 1838 fu acquistato dalla famiglia Cavriani e da questa venduto, nel 1885, al Comune di Mantova che lo destinò a sede del Ricovero Municipale. Il cambio di destinazione d’uso portò a numerosi interventi di adeguamento e trasformazione funzionale che ne modificarono in parte l’assetto.
Dell’ampio giardino, documentato fin dal 1545 e per secoli immutata caratteristica di Casa Gonzaga, oggi si possono leggere alcuni tratti dei limiti confinari e del sedime che in parte mantiene approssimativamente l’originaria destinazione. Sul retro del palazzo si apre, infatti, un’ampia area verde che per disegno ed estensione è il risultato di più recenti ampliamenti: una superficie costituita dal sedime del vecchio cortile, racchiuso tra i corpi laterali dell’impianto a U del palazzo; dall’area dell’originario giardino a impianto quadrangolare e di estensione pari circa a quella del fabbricato, e dall’area, a esso retrostante e annessa in seguito alla demolizione dell’antico muro di recinzione, già parte dell’ex convento delle Cappuccine, più tardi destinato a ospedale militare.
(tratto da C. Bonora Previdi, Il giardino di Casa Gonzaga o dell’Abate, in I giardini dei Gonzaga 2018, pp. 331-335)