Proprietà privata, visitabile su appuntamento
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Foto Luigi Briselli
In nucleo principale della corte di Schiarino, costruita al volgere del secolo XVI nel territorio di Porto Mantovano e caratterizzata dal giardino che tutt'oggi si conserva, è da identificare con la corte oggi detta Schiarino Lena.
Sul finire del secolo XVI, la tenuta apparteneva a Luigi Gonzaga di Palazzolo, committente delle fabbriche, che scomparve verso la fine del 1595. Ercolano Marani ipotizzò un possibile intervento di Giuseppe Dattari, prefetto delle fabbriche ducali, che lavorò nella vicina Palazzina di Bosco Fontana.
Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1612 la possessione fu venduta a Pirro Maria di Guido Sforza Gonzaga di Vescovato che la cedette nel 1617 alla Camera Ducale. Lo stesso anno fu acquistata da Carlo e Benedetto Dalla Torre che la vendettero subito ai Campi, legati da parentela con il celebre pittore manierista Bernardino. Erano già esistenti sia il giardino sia l'oratorio, sebbene probabilmente in forma differente da quella descritta alla fine del secolo, quando Schiarino fu nuovamente alienata, corredata di ghiacciaia, giardino, peschiere, pergolato, vasi e piante di agrumi e gelsomini di Spagna. La proprietà della corte rimase alla famiglia Perego per oltre un secolo e fu ereditata dai Duranti. Vi furono in seguito ulteriori passaggi fino a quando gli attuali proprietari, eredi della famiglia Lena, ne entrano in possesso nel 1923.
Oggi le maggiori difformità rispetto alla struttura antica si riscontrano in corrispondenza delle peschiere, conservate lungo la strada ma interrate sul retro del palazzo, anche se facilmente individuabili per il dislivello lasciato nel terreno. Ancora molto evidente anche il sedime del canale centrale, allineato con l'ingresso della corte e asse prospettico principale del giardino meridionale. Gli edifici non hanno invece subito importanti modifiche e l'accurato restauro ne ha restituito il sontuoso apparato decorativo interno e tutto il raffinato contesto; anche il giardino orientale, sul quale si affaccia l'aranciaia, ha mantenuto le stesse proporzioni, ancora quadripartito da siepi di bosso ma arricchito nell'Ottocento di specie esotiche.
(tratto da L. Valli, Il giardino della Corte Schiarino Lena, in I giardini dei Gonzaga 2018, pp. 394-397)